
Simbolo degli Stati Uniti d’America, l’aquila calva non trova pace e sembra costretta a vivere stagioni alternate di fortuna e sfortuna. Se infatti nel secolo scorso gli esemplari di questo volatile erano a rischio di estinzione a causa del fenomeno della caccia, dell’uso di pesticidi e della perdita di habitat, negli ultimi anni sono tornati a proliferare e dalle 487 coppie censite nel 1963 si è passati alle quasi diecimila del 2007.
Le aquile calve, conosciute anche con il nome di aquile di Mare Testabianca (Haliaeetus leucocephalus) sono una specie protetta, tutelata dal Federal Bald Protection Protection Act, e sparare a questi rapaci è un reato. Tuttavia l’aquila calva è un rapace che non si tira indietro se è l’ora di mettere qualcosa sotto il becco; questa sua caratteristica la rende un predatore capace di fare razzie nei pollai, ma anche di causare la morte di specie di volatili protette come il cormorano.
Per questo motivo, da quando sono tornate numerose, le aquile calve sono di nuovo sotto attacco da parte degli allevatori che attribuiscono al rapace le frequenti razzie nei pollai e di conseguenza il dover far fronte a considerevoli danni economici. E per attacco non si intende qualche semplice rimostranza, ma veri e propri colpi di arma da fuoco destinati al rapace. Così, pochi giorni fa, dopo l'ennesimo episodio di un'aquila calva colpita a fuoco da un allevatore, i funzionari incaricati hanno aperto un’indagine.
A tutela della specie è stata anche offerta una ricompensa a chiunque possa fornire informazioni utili per identificare il colpevole che rischia fino a un anno di prigione e una multa fino a 100mila dollari.
Fonte | Pennsylvania Game Commission