
Vivere con i gatti. Per Veronica è la normalità: “Siamo abituati, sono la nostra famiglia, e fortunatamente anche mio marito li adora. Li coccola e mi dà una mano se necessario per fare delle medicazioni o per seguire delle specifiche terapie”.
I gatti di Veronica però sono particolari. Due di loro sono paralizzati, mentre altri riescono ancora a camminare, nonostante siano stati investiti e, a causa di un colpo invalidante alla colonna vertebrale, abbiano perso il controllo delle funzioni urinarie e fecali. Veronica si occupa della gestione di questi nove gatti, ma anche di tutto il lavoro che c’è dietro all’associazione no profit Diversamente Gatto, una realtà che è stata volutamente “mantenuta piccola”, nata nel 2013 con l’aiuto di altre due volontarie.
“L’associazione è nata nel 2013 per ufficializzare un po’ tutto il lavoro che viene svolto, ma personalmente ho sempre avuto gatti per casa da quando avevo 18 anni – spiega Veronica -. Ho iniziato per caso. Ho sempre avuto gatti in famiglia, ma mai disabili. Un giorno mi sono trovata alla Clinica di Lodi e ho visto un gattino paraplegico. Avevo 18 anni. Ho chiesto cosa gli fosse successo. Mi spiegarono che era stato investito e non aveva più l’uso delle zampe posteriori; andava quindi aiutato per fare feci e urina. Con il loro aiuto l’ho portai a casa e provai a prendermene cura. La prima settimana l’ho passata tra pianti e sconforto perché all’inizio non è stato per niente facile. Sono gatti che, se non trovano una buona adozione, non hanno nemmeno la possibilità di rimanere in un gattile. Così sono entrata in questo mondo che non conoscevo. Ho imparato le manovre necessarie per aiutarli a liberarsi di feci e urina. Sono partita così. Da non saperne assolutamente niente a diventare velocissima in queste manovre fondamentali per aiutarli".
"Non abbiamo mai pensato se fosse giusto o meno tenere un gatto così – continua Veronica -. Oltre ad aiutare quelli che avevo in casa, sono sempre andata in appoggio di persone che decidono di prendere con loro gatti con questa invalidità. Molte volontarie mi contattano anche solo telefonicamente per chiedermi consigli per gestire questi casi. I gatti, infatti, vengono trovati in situazioni gravi, con escoriazioni o piaghe da decubito, e poi c’è tutto un discorso di gestione da fare, inizialmente in clinica, ma poi c’è il problema di averne cura a casa. Magari hanno problemi di cistite e bisogna imparare a capire dal colore e dall’odore della pipì se non stanno bene o se sono necessarie pappe dedicate per altri disturbi. Il costo di gestione di questi animali è molto elevato. Come associazione al momento ne abbiamo in carico una trentina, di più non potremmo, ecco perché siamo una realtà volutamente piccola".
Cosa succederebbe se non ci fosse Diversamente Gatto? Nell’80% dei casi i veterinari consigliano l’eutanasia per questi gatti. Fortunatamente ci sono diverse volontarie private sensibili al problema, Diversamente Gatto su Lodi e altre associazioni in Veneto e in Emilia Romagna.
“Il mio sogno sarebbe avere una piccola struttura: avrei così possibilità di accogliere più gatti in difficoltà e magari fare un corso formativo con l'aiuto di un veterinario – racconta Veronica -. Si potrebbero fare tante cose anche con il supporto di uno specialista in ortopedia o in neurologia. Basterebbe un piccolo rifugio nel lodigiano da sistemare, farne una struttura per aiutare questi animali in difficoltà. A questo rifugio mi piacerebbe affiancare uno studio per la fisioterapia per animali; è un’altra branca fondamentale in questi casi, poco usata in Italia, ma molto diffusa all’estero".