
Se ne parla da mesi, e alla fine ieri è arrivato il semaforo verde dell'Unione Europea al Pnrr, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Colpita duramente dalla pandemia, l'Italia vuole ripartire, forte anche dei 191,5 miliardi di euro (68,9 miliardi in sovvenzioni e 122,6 miliardi in prestiti) che verranno messi a disposizione da qui al 2026. La prima tranche, da 24,89 miliardi di euro, dovrebbe arrivare già entro fine luglio.
Attenzione, però. Siamo soltanto all'inizio. "La sfida più importante ora è l'attuazione del Piano", ha ricordato il Presidente del Consiglio Mario Draghi, in occasione della conferenza stampa tenuta a Roma insieme alla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. "Che questi fondi siano spesi tutti, ma soprattutto siano spesi bene. Bene significa due cose: che siano spesi in maniera efficiente e con onestà".
Uno dei punti su cui si concentra il Pnrr, come saprai, riguarda il sostegno alla transizione ecologica, per cui sono previsti investimenti da 68,6 miliardi di euro. Spetta ora al governo passare dalle parole ai fatti, sotto l'occhio vigile delle associazioni ambientaliste. Le misure previste devono ora tradursi in interventi e il Pnrr "deve essere uno strumento efficace per rendere veramente concreta la transizione ecologica e la lotta alla crisi climatica, tenendo fede agli impegni chiesti dall’Europa ai suoi Stati membri", sottlinea Stefano Ciafani, presidente di Legambiente.
Maggiore ambizione soprattutto è richiesta sugli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra. "Al Governo Draghi chiediamo di concretizzare queste scelte a partire da una profonda revisione del Pniec (il Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima, ndr) in grado di fronteggiare con determinazione l’emergenza climatica andando ben oltre il 51% di riduzione delle emissioni climalteranti previsto dal Pnrr entro il 2030, più basso dell’obiettivo già inadeguato del 55% fissato dalla Legge europea sul clima. Il nostro Paese – prosegue Ciafani – ha tutte le carte in regola per arrivare ad una loro riduzione di almeno il 65%, accelerando la transizione energetica investendo di più su rinnovabili ed efficienza, anziché continuare a puntare sul gas fossile ed addirittura su progetti di confinamento geologico dell’anidride carbonica. Una sfida che l’Italia può e deve vincere”.