Youth4Climate, intervista ad Aurora Audino (Inviata per il clima): “Come giovani dobbiamo partecipare a tutto ciò che riguarda il nostro futuro”

La partecipazione giovanile è un punto fondamentale per Aurora Audino, inviata speciale per il Clima. L’abbiamo contattata per parlare del rapporto tra giovani e politiche ambientali in vista della prossima Cop28.
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Francesco Castagna 27 Ottobre 2023

Si è conclusa la settimana scorsa la Youth4Climate, l'iniziativa globale, guidata dall'Italia e dal Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP) che ha coinvolto 130 giovani. È il terzo anno che si tiene un'iniziativa del genere, un evento che ha attraversato Cop rilevanti e non. Ci avviciniamo alla Cop28 e il contributo della componente giovanile è sempre più necessario per guidare i governi internazionali a mettere in campo politiche ambientali per una giusta transizione verde sostenibile. In quest'occasione si sono riuniti Gruppo Banca Mondiale, il Segretariato della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC), l'Ufficio dell'Inviato del Segretario Generale per la Gioventù, il Gruppo Consultivo Giovanile del Segretario Generale delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici e YOUNGO e il gruppo ufficiale di bambini e giovani dell'UNFCCC.

Abbiamo contattato Aurora Audino, Inviata italiana per il Clima alla Youth4Climate 2023, per parlare dell'evento e di come i giovani potranno guidare le politiche sul clima del futuro.

Audino, siamo alla terza edizione di questo evento, quali sono i progressi e cosa manca ancora?

Di progressi ce ne sono stati dopo che l'iniziativa aveva raggruppato tantissimi giovani a Milano, abbiamo assistito poi a cambi di governo per cui probabilmente non era neanche scontato che questa iniziativa restasse per sempre, invece poi con il ministro Cingolani era stato ribadito l'impegno di continuare l'iniziativa, e quindi secondo me è molto positivo che siamo arrivati alla terza edizione. Il tema del primo anno era "Driving ambition", che ha visto la partecipazione di moltissimi giovani per sviluppare le proposte da presentare direttamente ai negoziati; il secondo anno "Powering Action", dove i giovani hanno pensato concretamente come portare avanti le idee sviluppate nel manifesto del primo anno, confrontandosi con persone di alto livello; la terza invece, quella di quest'anno, ha come claim "Sparking Solutions", in cui si è passati dalle idee del manifesto alla concretezza di cercare di supportare le idee dei giovani con dei finanziamenti.

Personalmente credo che sia già un grandissimo risultato che l'iniziativa sia andata avanti, che sia cresciuta e che adesso ci sia questa collaborazione tra il MaSe e il UNDP che fa da segretariato a Youth4Climate e che garantisce una collaborazione tale che progetti e idee possano ricevere gli adeguati finanziamenti. Sono progetti ideati da giovani under30 dei Paesi in via di sviluppo ed economie emergenti. È sicuramente importante dal punto di vista globale, visto che si dice spesso che i Paesi che inquinano di meno vivono maggiormente le conseguenze dei cambiamenti climatici.

…e cosa manca?

Mi aspetto che l'iniziativa possa continuare a crescere ed espandersi sempre di più. Quest'anno UNPA ha rinnovato l'impegno di continuare l'iniziativa e di contribuire con i fondi che erano stati forniti dal MaSe. Le mie aspettative è che si continui con l'iniziativa in modo tale da poterla allargare a un pubblico più vasto, magari sostenendo progetti da più Paesi.

Youth4Climate è un'iniziativa gestita dal Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, che rapporto c’è tra il ministro e questa realtà? Quante volte incontrate il ministro Pichetto Fratin?

È un tesoro secondo me quando capita di poter parlare con un ministro, non capita tutti i giorni, quindi sono sicuramente delle occasioni importanti che vanno sfruttate. Devo dire che in questi giorni il ministro Pichetto Fratin è stato presente per tutta l'iniziativa. Quindi sicuramente è un bel segnale da parte dell'impegno del governo italiano. Questa iniziativa a mio parere sta dando la spinta anche per un maggiore confronto a livello italiano, con la campagna All4Youth sono stati fatti altri eventi dove ha partecipato il ministro.

Il rapporto tra le associazioni ambientaliste e le istituzioni è spesso conflittuale. Lo vediamo nel caso degli XR, Fridays For Future e Ultima Generazione. Cosa ne pensa di questi movimenti e ne condivide qualcosa?

Credo che l'esistenza di associazioni che promuovono e diffondono le conoscenze e sensibilizzano sulle questioni climatiche sia importante. Le associazioni ambientaliste sono sempre esistite. Grazie ai movimenti come Fridays for Future, che all'apice hanno avuto Greta Thunberg, è stata data una grande spinta verso un'agenda politica che poi ha messo il clima al centro delle priorità. In tal senso, i movimenti ambientalisti continuano a fare la loro parte. È importante continuare a parlare di ambiente e di fare in modo che venga messo come priorità politica.

Cosa ne pensa dei 50 progetti che sono stati selezionati?

I progetti cadevano all'interno di quattro categorie principali: energia, educazione climatica, sostenibilità urbana, cibo e agricoltura. Io ho partecipato a delle sessioni in cui i progetti avevano tre minuti per fare un pitch di presentazione del loro lavoro. Ho seguito i progetti riguardanti la categoria “Educazione Climatica” ed "Energia" e sono rimasta molto colpita dal livello di sviluppo e dettaglio dell’idee presentate.

Cop28, quali sono le aspettative e quale potrebbe essere il contributo giovanile in un Paese come gli Emirati Arabi?

Le aspettative sono che non si abbassi l’asticella dell’ambizione per il clima e i giovani hanno un ruolo chiave in questo. Questa COP sarà negli Emirati Arabi, un paese che ha l’economia basata sui combustibili fossili, e il cui presidente è capo di una compagnia nazionale petrolifera, e questo come giovani ci colpisce. La speranza è che persone come il presidente della COP possano realmente influire sulla transizione verde nazionale e di realtà simili dipendenti dal petrolio. Ma questo è da vedere con i fatti.

Vorrei fare un excursus sui giovani e clima perché è un tema che mi sta a cuore e seguo in prima persona in summit e conferenze internazionali. C'è da dire che come giovani abbiamo conquistato sempre più spazio negli anni e questo ci è stato riconosciuto a vari livelli. Alle COP c'è un gruppo ufficiale su base volontaria che rappresenta i giovani, ogni anno poi le varie presidenze delle COP hanno lanciato delle iniziative e dei programmi per cercare di includere maggiormente la voce dei giovani nei processi decisionali. L'anno scorso era stata nominata un'inviata speciale dei giovani, secondo me è stata una scelta importante perché ha fatto sì che venisse garantito un maggiore dialogo fra la presidenza e il gruppo dei giovani. Invece quest'anno la presidenza emiratina, oltre a nominare una Youth Climate Champion, ha annunciato un programma, nel quale sono stati selezionati cento giovani provenienti principalmente da gruppi minoritari nel mondo, sostenendoli con risorse e formazione per partecipare alle COP. Sono tutte iniziative molto positive perché noi come giovani dobbiamo partecipare a tutte le scelte che riguardano il nostro futuro. È importante che iniziative come queste continuino negli anni, siano inclusive, e si istituzionalizzino sempre di più.