
L’orso polare è un animale che si adatta perfettamente alle temperature del clima artico che, nei casi più estremi, possono anche raggiungere i -50°C. Nel momento in cui le temperature superano lo zero raggiungendo i 10°C, l’orso polare inizia a sopportarle un po’ meno. Come è possibile immaginare che una temperatura di 35-40°C sia minimamente tollerata da un animale che in natura vive tra i ghiacci dell’Artico? Questa domanda andrebbe fatta a tutti parchi zoologici che, pur trovandosi a latitudini ben lontane da quelle del Polo Nord, pretendono di avere tra le proprie attrazioni un orso polare.
Se alla richiesta di liberare un orso polare da uno zoo del Sud Italia, la risposta è: “in questi giorni si stiano registrando temperature di 20°C oltre la media stagionale anche al Polo Nord! Qualcuno forse sta pensando di fare qualcosa di concreto per quegli orsi polari in natura spostandoli chissà dove? Certamente no, non essendocene alcun bisogno…”, si comprende perché ci siano ancora troppi animali tenuti in condizioni di estrema sofferenza.
È il caso degli orsi polari detenuti nello zoo di Fasano in Puglia che in questi giorni roventi di metà luglio a causa dell’anticiclone Africano, provano a sopravvivere a temperature che sfiorano i 40°C.
La risposta riportata poco sopra è stata estrapolata da una lettera dell’Amministrazione dello zoo di Fasano che nel 2017 aveva risposto ad una chiara denuncia da parte di una testata giornalistica. A denunciare la sofferenza di questi animali è anche l’associazione Basta Delfinari che attraverso un video mostra come gli orsi polari dello zoo di Fasano siano rinchiusi in un’area di cemento che non ha niente di vagamente simile a quello che dovrebbe essere l’habitat appropriato per un animale che vive al Polo Nord.
Oggi anche l’Associazione animalista META (Movimento Etico Tutela Animali e Ambiente) ha lanciato su Change.org una petizione in cui si chiede al Governo e alla Regione Puglia di intervenire permettendo a questi animali di ritornare in libertà con un appropriato programma di reinserimento.
Si legge nel testo redatto dagli autori della petizione: “Mentre le temperature superano i quaranta gradi, loro si aggirano disperati in cerca di refrigerio, rinchiusi da anni in uno zoo italiano. Eppure il nome “orso polare” dovrebbe dire di per sé qualcosa, non è difficile da comprendere che siamo davanti a un palese casi di grave maltrattamento animale".
Purtroppo lo zoo di Fasano non è l’unico esempio di maltrattamento nei confronti degli orsi polari. Ad Antibes, in Costa Azzurra, nel parco Marineland, gli orsi polari vivono a temperature oltre i 30°, tra erba inaridita e qualche blocco di ghiaccio.
Dopo troppi anni di sofferenza invece, nel 2016, nello zoo di Mendoza, in Argentina, era morto Arturo, soprannominato "l’orso più triste del mondo”. Per "mitigare" le calde temperature tipiche del Paese gli era stata messa a disposizione una piscina poco più grande di una gonfiabile per bambini. Arturo è morto. Quanti ne devono ancora morire solo per il gusto di avere come attrazione turistica un orso polare che si trascina da un punto all'altro di una gabbia di cemento?