A piedi e in barca a remi: il viaggio sostenibile di Elia Origoni attraverso l’Italia in difesa dell’ambiente

Non gli mancano determinazione ed entusiasmo. E paura di perdersi, senza GPS, non ne ha. Elia Origoni, 30 anni, sta affrontando la sua seconda impresa a piedi (ma questa volta c’è anche una traversata in mare aperto). Il suo scopo è trasmettere la passione del viaggiare, ma soprattutto il rispetto e la tutela nei confronti dell’ambiente.
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Gaia Cortese 14 Febbraio 2021

Da Santa Teresa di Gallura a Trieste, 7 mila chilometri in 400 tappe da percorrere in circa otto mesi di viaggio. Elia Origoni, 30 anni, è partito per un viaggio all'insegna dell'ecosostenibilità (unica eccezione un volo aereo che lo ha portato in Sardegna) che lo poterà a percorrere il Sentiero Italia lungo tutto il territorio dello Stivale. Elia si muoverà esclusivamente a piedi e con una barca a remi acquistata attraverso una raccolta fondi. Lo abbiamo intercettato a pochi giorni dalla sua partenza, prima che prenda il mare per la prima volta nella sua vita.

Come ti è venuto in mente di organizzare questo viaggio?

È un viaggio che ho in testa da un po’ di anni. Già nel 2015 ho fatto a piedi da Vienna a Genova sulle Alpi, in modo più o meno simile al viaggio che sto facendo adesso e documentandomi un po’ ero venuto a conoscenza del Sentiero Italia, un progetto del CAI fino a quel momento forse poco valorizzato. Ho pensato che, prima o poi, poteva essere qualcosa da fare. Poi sono passati un po’ di anni, il CAI ha valorizzato il progetto e ho trovato il tempo di mettermi un cammino.

Prima di partire di cosa ti occupavi?

Lavoro nel mondo lo spettacolo, pertanto sono fermo da febbraio dello scorso anno. Faccio il fonico, mi capita di montare strutture per le compagnie di teatro o per i circhi. Intorno al 24 febbraio, mentre eravamo in teatro a Milano per montare uno spettacolo nuovo, la Polizia locale è arrivata in teatro e ha interrotto i lavori. Ci hanno fatto smontare tutto in tre ore. Pandemia a parte, avevo comunque già preventivato di mettermi in viaggio di nuovo, perché ho avuto un anno intero per progettare e organizzare questa partenza.

Questa non è la tua prima spedizione a lunga percorrenza: nel 2015 con “Solo Alps Project“, ti sei spostato a piedi da Vienna a Genova lungo l’arco alpino…

Sì, quella è stata la mia esperienza di viaggio più lunga. Ho sempre fatto viaggi della durata di una settimana, di 10 giorni, perlopiù viaggi in montagna come è sempre piaciuto a me, senza appoggiarmi a strutture o rifugi, sempre un po’ alla scoperta. Il viaggio da Vienna a Genova è stato molto bello perché l'ho affrontato a modo mio, diversamente da come si è soliti fare, quindi senza programmare nessuna tappa e prendendo in considerazione solo alcuni punti per le soste lungo il percorso. Adesso invece, seguendo il Sentiero Italia, un tracciato deciso dal CAI, non ho molto margini di manovra.

Ora viaggerai via terra e via mare. Ci racconti un po’ come è fatta la tua barca?

È una barca a remi costruita per fare le traversate oceaniche; nello specifico questa barca è stata costruita per un ragazzo che un anno fa ha gareggiato ed è sicuramente in grado di affrontare il mare aperto e le intemperie. È dotata di un paio di pannelli solari che consentiranno di tenere sempre accese le luci di navigazione e gli apparati radio di emergenza, ma anche di un desalinizzatore per l’acqua. Otto metri di barca, quindi abbastanza grande, con una parte di sottocoperta, una stiva, insomma c'è tutto l'indispensabile.

Per me è la prima volta che affronto un viaggio in barca, infatti dovrei affrontare il tratto di mare da Villasimius a Trapani, in compagnia di un ragazzo inglese, anche se la momento ci sono dei problemi per via della quarantena di 15 giorni obbligatoria per chi arriva dall'Inghilterra.

In alternativa, se non trovo un accompagnatore entro le prossime tre settimane, proverò a fare la traversata da solo, purché ci sia una finestra di alta pressione, e quindi di tempo stabile, per almeno 4 o 5 giorni. Alla peggio, se proprio dovrò andare alla deriva, mi ritroverò in Africa.

Per la barca hai lanciato una raccolta fondi, come è andata?

Inizialmente la mia idea era di fare tutto su terraferma. Il viaggio però prevedeva una tratta in mare e prendere una nave per farlo non sarebbe stato così ecosostenibile come volevo. Faccio tutto il trekking a piedi e poi prendo una nave? Mi sembrava un po' incoerente. Così, parlando con Matteo, il ragazzo inglese che dovrebbe accompagnarmi, gli ho chiesto se si potesse coprire la tratta con una barca a remi. Mi ha risposto di sì, ed eccoci qui. La raccolta fondi per l'acquisto della barca è andata molto bene e adesso un minimo di raccolta è ancora aperta per coprire altre piccole spese di viaggio.

Non avrai paura di perderti in mare?

In qualsiasi valle o montagna del mondo, in un modo o nell’altro, ne salto sempre fuori, infatti ho deciso di affrontare il Sentiero Italia senza GPS, solo affidandomi alle cartine e con un satellitare che mi localizza e che serve solo per lanciare SOS. Per mare, invece, sulla barca ho un po’ di tutto per riuscirmi ad orientare e quindi perdersi sarà abbastanza difficile. Il rischio è solo di andare fuori rotta, ma questo non significa perdersi: si tratta solo di rimettersi sulla rotta corretta.

Perché ti firmi Avventuriero delle Terre Alte?

Come secondo lavoro faccio la guida in montagna, porto la gente a fare escursioni e sono pratico di questo ambiente, da qui il riferimento alle "Terre Alte". Mi considero poi "avventuriero", perché nell’ambiente montano mi è sempre piaciuto andare all’avventura, alla scoperta di posti nuovi e inesplorati, solo con tenda e sacco a pelo. In determinate situazioni, sfrutto anche io strutture e rifugi, ma preferisco vivere situazioni più wild.

Cosa ti ha spinto a metterti in viaggio?

Oltre per me stesso, lo faccio per vivere un’avventura, con la consapevolezza che lo faccio ora o mai più, anche perchè mi ci sono voluti 5 anni per trovare il momento giusto per ripartire. Il motivo che mi spinge a viaggiare è che mi piacerebbe riuscire a far conoscere il trekking, il piacere di vivere in natura a più persone possibile. Anche per questo motivo cerco di comunicare molto a livello di social, anche se faccio un po' di fatica a farlo mentre sono in viaggio.

Viaggiare è un'esperienza meravigliosa e va fatto nel rispetto totale della natura, quindi anche nella scelta di tutto ciò che si usa e ci si porta dietro, dall'attrezzatura al cibo fino all'abbigliamento.

Cosa pensi del movimento Fridays for Future che ha riportato l’attenzione dei giovani sulla salvaguardia dell’ambiente?

Penso che stiano facendo un lavoro interessante, ma per vedere i risultati effettivi ci vorrà ancora un po’ di tempo. Mi auguro comunque che le nuove generazioni continuino ad essere sensibilizzate.