
C'era una volta la notte di San Lorenzo, la più attesa della stagione estiva, perché tutti ci organizziamo per passare una serata a guardare il cielo nell'attesa di vedere una stella cadente. Ti sto parlando proprio delle Perseidi, lo sciame meteorico il cui passaggio è solitamente atteso il 10 agosto, ma di norma il suo picco avviene quasi sempre qualche giorno dopo.
Questo sciame poi ha un legame particolare con il nostro Paese: se non lo sapevi, infatti, fu l'astronomo italiano Giovanni Schiaparelli il primo a intuire, nel 1865, che queste meteore provenivano proprio dalla cometa 109P/Swift-Tuttle, avvistata l'ultima volta nel Sistema Solare nel 1992.
Purtroppo le cose nel corso degli anni non sono più le stesse: se prima era la luna a oscurare la vista di questo spettacolo meraviglioso, oggi l'inquinamento luminoso, grande problema dei Paesi più industrializzati al mondo, ha peggiorato di gran lunga la situazione. Ti basti sapere che l'Italia è il Paese, tra le economie più forti, a detenere il primato del cielo più inquinato dal punto di vista luminoso.
Un tempo i nostri antenati potevano osservare nella notte la Via Lattea, ora è molto difficile che si verifichi una situazione del genere. Sul tema esiste uno studio condotto da un gruppo di ricercatori italiani e pubblicato su Science Advances, "Il nuovo atlante mondiale della luminosità artificiale del cielo notturno", ovvero la prima mappa sull'inquinamento luminoso.
Dallo studio emerge che "l'inquinamento luminoso manca di una quantificazione attuale della sua entità su scala globale. Per ovviare a questo problema, presentiamo l'atlante mondiale della luminanza artificiale del cielo, calcolato con il nostro software di propagazione dell'inquinamento luminoso utilizzando nuovi dati satellitari ad alta risoluzione e nuove misure di precisione della luminosità del cielo".
Ma cosa mostra effettivamente l'atlante? Sostanzialmente tre osservazioni: