Come forse saprai, il settore delle costruzioni non solo contribuisce al consumo di suolo, ma incide in maniera significativa anche sull'inquinamento atmosferico. L'industria mondiale del cemento – rileva il rapporto del think tank inglese Chatham House "Making Concrete Change: Innovation in Low-carbon Cement and Concrete" – è una delle più inquinanti con oltre 2,8 miliardi di tonnellate di CO2 all'anno, pari a circa l'8% delle emissioni globali.

Considera che, nel caso degli edifici, il calcestruzzo ha un ruolo molto importante anche nella fase di utilizzo, prevalentemente legata al consumo di energia termica ed elettrica per il riscaldamento, raffrescamento e illuminazione. È questa, infatti, che mediamente genera un consumo di CO2 superiore all’80% dell’intero fabbisogno dello stabile, nel corso della sua vita utile. Per questo motivo il mondo dell'architettura e del design è chiamato a ragionare su soluzioni performanti e allo stesso tempo sempre più sostenibili.

Qualche esempio? Ne citiamo un paio. Il calcestruzzo fotocatalitico che sfrutta un processo naturale (la fotocatalisi, per l'appunto) per accelerare i processi di ossidazione e di conseguenza la decomposizione dei composti organici volatili. Utilizzato nelle grandi città, aiuterebbe a purificare l'aria e a mantenere pulite le superfici degli edifici, impedendo l'accumulo e l'adesione sulle pareti degli inquinanti.

C'è poi il calcestruzzo fotoluminiscente che unisce alla caratteristica della drenabilità la capacità di assorbire energia solare nelle ore diurne e riemetterla come fonte luminosa di notte. Oltre ad essere un materiale più eco-friendly dell'asfalto tradizionale, assolve anche una funzione estetica abbellendo i contesti urbani, come dimostrano le piste ciclopedonali luminiscenti presenti in alcune città italiane. È l'innovazione tecnologica il principale motore che muove l'industria del cemento verso l'obiettivo di una sempre maggiore riduzione del suo impatto ambientale.