Allarme virus Nipah in India, due morti e lockdown per contenere i contagi: come si diffonde l’infezione

Nella città costiera del Kerala, nell’India meridionale, è allarme per un focolaio di virus Nipah: l’infezione ha già provocato 2 morti, 6 contagi e altre mille persone sarebbero state esposte all’agente virale. Noto per aver già colpito il Paese negli anni scorsi, Nipah usa i pipistrelli della frutta come incubatori naturali e possiede una letalità molto alta. Ad oggi non abbiamo ancora un vaccino per contrastarlo.
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Kevin Ben Alì Zinati 15 Settembre 2023
* ultima modifica il 15/09/2023

Chiuse le scuole, chiusi i negozi e mercati, tranne quelli deputati alla vendita di prodotti essenziali e di prima necessità.

Sospese le feste, gli eventi di massa, perfino le funzioni religiose: tutto rimandato di una settimana, almeno fino al 24 settembre. E poi lockdownmascherine su naso e bocca e tamponi di massa.

Sembrano i tempi dell’emergenza Covid-19, invece ciò che sta accadendo nel distretto di Kozhikode, città costiera del Kerala, nell’India meridionale, dipende dalla diffusione dei virus Nipah.

L’infezione si è ripresentata nello stato per la terza volta negli ultimi cinque anni e nella giornata di venerdì 15 settembre è arrivata la conferma della sesta persona positiva al virus, un 39enne. Con lui, in condizioni critiche ci sarebbe anche un bambino di 9 anni. Due, invece, i morti finora accertati: un uomo di 40 anni e uno di 49.

Le autorità indiane hanno anche comunicato che quasi altre mille persone potrebbero essere state esposte al contagio e per questo sono già state messe sotto monitoraggio e sottoposte a test diagnostici di massa.

L’allarme in India è scattato non tanto per la capacità diffusiva del virus, che appare meno efficace di quella di Sars-CoV-2, quanto piuttosto per la letalità che contraddistingue il virus Nipah.

Quando fu individuato per la prima volta, alla fine del secolo scorso in Malesia, costò la vita a oltre la metà delle oltre 260 che erano risultate contagiate.

Quella prima epidemia di virus Nipah aveva preso avvio dai maiali, un milione dei quali fu abbattuto causando un ingente impatto economico per il territorio.

Da allora, sono stati registrati focolai quasi ogni anno in alcune parti dell’Asia, Bangladesh e India su tutte. E quest’ultima è dal 2018 che sta combattendo contro il virus.

La malattia legata provocata da Nipah è una zoonosi, proviene cioè dal salto di specie (il famoso spillover) da un animale all’uomo. Il virus viene ospitato naturalmente dai pipistrelli della frutta, dai quali può trasmettersi poi ad altri animali come appunto i suini.

Attraverso il contatto diretto con animali infetti o cibo contaminato, il virus Nipah può arrivare all’uomo. I casi di trasmissione tra persone sono possibili ma meno frequenti, e legati a un contatto stretto come quello tra personale sanitario e paziente.

Una volta entrato nell’organismo umano, il virus Nipah si manifesta con febbre e mal di testa per un periodo di tempo compreso tra i 3 e i 14 giorni, a cui spesso possono unirsi anche sintomi tipici di malattie respiratorie come tosse, mal di gola e difficoltà a respirare.

In una seconda fase della malattia può insorgere del gonfiore al cervello (condizione nota come encefalite), provocando sonnolenza, disorientamento e confusione mentale. Nel peggiore dei casi questa sintomatologia può evolvere fino al coma e, a volte, anche alla morte.

Come ti accennavo prima, la letalità dell’infezione da virus Nipah è alta, secondo i dati dei Cdc statunitensi la morte era avvenuta nel 40-70% delle persone infette in epidemie documentate tra il 1998 e il 2018.

Per trattare l’infezione ad oggi sono disponibili solamente trattamenti immunoterapeutici (terapie con anticorpi monoclonali) che sono in fase di sviluppo altrimenti si tratta di terapie di supporto fatte di riposo, idratazione e gestione dei sintomi.

Un vaccino, invece, ancora non c’è: la sperimentazione ha già dato buoni risultati ma è ancora in fase di studio e non è quindi ancora disponibile.

I Cdc hanno quindi stilato un vademecum con i migliori comportamenti da assumere per prevenire il contagio ed eventuali rischi. Nelle aree in cui si sono verificati focolai di virus Nipah (NiV) (Bangladesh, Malesia, India e Singapore), le persone dovrebbero:

  • Lavarsi regolarmente le mani con acqua e sapone
  • Evitare il contatto con pipistrelli o maiali malati
  • Evita le aree in cui è nota la presenza di pipistrelli
  • Evitare di mangiare o bere prodotti che potrebbero essere contaminati dai pipistrelli, come la linfa cruda della palma da datteri, la frutta cruda o la frutta trovata sul terreno
  • Evitare il contatto con il sangue o i fluidi corporei di qualsiasi persona nota per essere infetta da Nipah.

Fonti | Cdc; Reuters

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