
Il riscaldamento degli oceani potrebbe mettere a rischio anche la barriera corallina, o meglio, le alghe fotosintetiche presenti all'interno dei coralli e responsabili dei loro colori inconfondibili.
È quanto rivelato dallo studio condotto da un gruppo di ricercatori di varie nazioni della Rice University che hanno analizzato diverse colonie di corallo esposte a stress ambientali.
Gli studiosi sono partiti da un dato noto: “I virus possono influenzare la salute dei coralli infettando i loro partner simbiotici dinoflagellati (le alghe, appunto)”, ma in che modo i fattori ambientali potessero determinare la diffusione di questi virus non era statio ancora studiato, almeno finora.
I risultati sono stati pubblicati in un recente articolo di ISME Commmunications (la rivista della Società Internazionale di Ecologia Microbica) e su Nature.
Lo studio ha esaminato come il riscaldamento delle acque e altri stress ambientali influenzino le epidemie virali dei coralli. "Le condizioni associate all'attività umana e ai cambiamenti climatici – si legge nel report – tra cui la temperatura, l'inquinamento da nutrienti e l'esaurimento dell'ossigeno, possono determinare cambiamenti nelle strategie di infezione utilizzate dai virus, con implicazioni per la produttività di queste infezioni".
In pratica sono state campionate ripetutamente 54 colonie presentanti al loro interno le alghe oggetto dello studio, in tre zone della barriera corallina distinte dal punto di vista ambientale e dello stress termico, intorno all'isola di Moorea, nella Polinesia francese, per un periodo di 3 anni.
Dopo il periodo di campionatura, tutte le 54 colonie sono sopravvissute all’esperimento triennale, ma il 50% ha subito una mortalità parziale. Due colonie sulla scogliera hanno subito una mortalità quasi completa nell'ottobre 2020. Ben oltre il 90% delle colonie, poi, presentava infezioni da virus rilevabili.
Il comportamento dei virus era quindi diverso in base alle temperature a cui erano soggetti i coralli: "Il nostro lavoro fornisce la prima prova empirica che l'esposizione alle alte temperature sulla barriera corallina innesca le infezioni da dinoRNAV all'interno delle colonie di corallo", ha detto Lauren Howe-Kerr, tra le ricercatrici autrici dello studio.
I risultati ottenuti sembrano quindi suggerire – spiegano i ricercatori – che la produttività virale aumenti con il continuo aumento delle temperature oceaniche, con un potenziale impatto sulla simbiosi fondamentale alla base degli ecosistemi delle barriere coralline”.
Le ragioni dello studio
“La produttività virale probabilmente aumenterà con l'aumento della temperatura degli oceani”, ha detto Adrienne Correa, biologa marina e coautrice dello studio, che ha condotto le analisi nel laboratorio Rice.
La scienziata ha poi spiegato a cosa serva uno studio del genere: “È importante imparare il più possibile sulle interazioni ospite-virus, perché hanno il potenziale di alterare la simbiosi fondamentale che sta alla base degli ecosistemi delle barriere coralline”.