Animali selvatici: in calo del 73% in 50 anni

Il WWF denuncia che in 50 anni la dimensione media delle popolazioni di animali selvatici del pianeta è diminuita del 73%. Il il declino è maggiore negli ambienti di acqua dolce (-85%), negli ecosistemi terrestri (-69%) e negli habitat marini (-56).
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Valentina Rorato 1 Novembre 2024

Gli animali selvatici sono diminuiti del 73% in 50 anni. Lo denuncia il Living Planet Report del WWF. Il rapporto si basa sul Living Planet Index del 2024 che rivela la portata della crisi della natura. A livello regionale, i cali più rapidi si sono registrati in America Latina e nei Caraibi (-95%), seguiti da Africa (76%) e Asia e Pacifico (60%). I cali sono stati meno drammatici in Europa e Asia centrale (35%) e Nord America (39%).

Tra le numerose istantanee sulla perdita di fauna selvatica causata dall'uomo, il rapportorivela che il 60% dei delfini rosa dell'Amazzonia nel mondo è scomparso a causa dell'inquinamento e di altre minacce, tra cui l'attività mineraria e i disordini civili. Situazione difficile anche per le tartarughe embricate, con le femmine nidificanti nel Queensland nord-orientale, in Australia, in calo del 57% in 28 anni.

Ma quali sono le cause? Il rapporto ha rilevato che il degrado e la perdita dell'habitat rappresentano la minaccia più grande per la fauna selvatica, seguiti dallo sfruttamento eccessivo, dalle specie invasive, dalle malattie, dai cambiamenti climatici e dall'inquinamento.

Mike Barrett, autore principale e consulente scientifico del WWF, ha affermato che attraverso l'azione umana, "in particolare il modo in cui produciamo e consumiamo il nostro cibo, stiamo perdendo sempre più l'habitat naturale". Lo studio avverte inoltre che la perdita di biodiversità e il cambiamento climatico stanno rapidamente spingendo il mondo verso punti di non ritorno irreversibili, tra cui il potenziale "collasso" della foresta pluviale amazzonica, che non sarà più in grado di trattenere il carbonio che riscalda il pianeta e di mitigare gli impatti del cambiamento climatico.

Tuttavia, ci sono alcune storie di successo nella conservazione. Una sottopopolazione di gorilla di montagna nell'Africa orientale è aumentata del 3% all'anno tra il 2010 e il 2016, ma il WWF sottolinea che i successi isolati non sono sufficienti per contrastare la distruzione diffusa dell'habitat.