Aree naturali protette sfruttate per l’estrazione di combustibili fossili: ecco la nuova mappa

Secondo una ricerca della Leave it in the Ground Initiative, in quasi 3000 aree protette del mondo sorgono siti di estrazione di petrolio, gas e carbone, che aggravano i livelli d’inquinamento. Tra i territori colpiti c’è l’Italia con il Parco Nazionale dell’Appenino Lucano.
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Martina Alfieri 11 Maggio 2023

Quasi 3mila siti di estrazione di combustibili fossili si trovano in aree naturali protette. Sembra assurdo anche solo a leggerlo, eppure è quanto emerge dalla nuova mappa realizzata dall'organizzazione non profit tedesca Leave it in the Ground Initiative.

Secondo l'associazione di lotta all'estrazione di combustibili fossili, nel mondo sono addirittura 2933 i parchi e le riserve sfruttati dalle compagnie che traggono profitti dalle fonti di energia fossili. Tra questi, compare anche, in Italia, il Parco Nazionale dell’Appenino Lucano.

La mappa

La mappa realizzata dalla LINGO fornisce informazioni dettagliate sui siti d’estrazione di petrolio, carbone e gas naturale, evidenziando anche la quantità di CO2 emessa durante il prelievo delle fonti fossili dal sottosuolo.

La Leave it in the Ground Initiative (LINGO) ha infatti come obiettivo quello di promuovere il passaggio all’energia rinnovabile, incentivando – come dichiarato anche nel nome – a lasciare i combustibili fossili nel terreno.

Sappiamo che la decarbonizzazione completa deve essere realizzata rapidamente nel corso dei prossimi dieci o due anni e che è sicuramente possibile vivere bene con zero fossili, quindi facciamolo!”, scrive l’organizzazione.

Sarebbero 641 le compagnie che traggono profitti dalle attività estrattive nelle quasi tremila aree protette catalogate e si stima che il loro operato causi in totale l’emissione di 47,5 miliardi di tonnellate di CO2 nell’atmosfera.

Tra i principali esempi di importanti patrimoni naturali che sono stati colpiti – si legge in una presentazione della ricerca Protected Carbonci sono l'Arabian Oryx e la Riserva della Biosfera di Marawah negli Emirati Arabi Uniti (un importante rifugio per dugonghi, tartarughe marine e coralli resistenti al calore), l'Arctic National Wildlife Refuge negli Stati Uniti, i Parchi delle Montagne Rocciose canadesi, il Parco Coongie Lakes in Australia, le isole del Mar Rosso in Egitto, il Parco Nazionale delle Cascate Murchison dell'Uganda, il Parco Nazionale dell'Appennino Lucano in Italia e i Wadden Sea National Parks in Germania (un'importante area di sosta per uccelli migratori)”.

Cosa sono le aree protette

Quello denunciato dall'organizzazione tedesca è a tutti gli effetti un paradosso: le aree naturali protette costituiscono un patrimonio inestimabile per il nostro Pianeta e per definizione non dovrebbero mai essere trasformate in luoghi di sfruttamento commerciale.

Un monitoraggio del 2021 di Legambiente ha calcolato che al momento il nostro Paese, tra parchi naturali, riserve e aree marine, ospiti in tutto 871 aree protette, per oltre 5 milioni di ettari di territorio tutelati: luoghi indispensabili per la conservazione della biodiversità e per il contrasto alla crisi ecologica.