Asma grave: perché è così importante parlarne?

Rispetto ad altre patologie croniche l’asma fa meno notizia, eppure colpisce più di 300 milioni di persone in tutto il mondo, e solo in Italia si stima siano fino a 300.000 gli asmatici gravi. Conoscere la malattia e i suoi sintomi più tipici può aiutare i pazienti a vivere meglio.
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Ciaopeople Studios 15 Dicembre 2022

L'asma è una patologia infiammatoria cronica delle vie respiratorie di cui purtroppo sentiamo parlare ancora troppo poco, i cui sintomi sono invece importanti da saper riconoscere. Soprattutto nella sua forma più grave – che colpisce il 5-10% degli asmatici – può essere accompagnata ad altri disturbi, come la rinosinusite cronica con poliposi nasale, che contribuiscono ad abbassare sensibilmente la qualità della vita di chi ne è affetto. Tosse, respiro corto, ma anche affanno costante, mal di testa e quindi problemi a dormire: i pazienti non solo devono tenere sotto controllo la malattia, ma anche fare i conti con una condizione psicologica che può diventare fragile.

A causare l'asma è un'iperattività dei bronchi, che rispondono in maniera eccessiva agli stimoli allergici, immunologici o fisici, chiudendosi e rendendo la respirazione faticosa. Alcuni pazienti, tuttavia, tendono ad auto medicarsi, placando solo momentaneamente l'infiammazione e non accorgendosi di essere affetti dall'asma grave. Ecco perché è così importante sensibilizzare al tema e saperla riconoscere, per conviverci al meglio: se la terapia assunta in maniera costante non è più in grado di controllare i sintomi in quantità e frequenza, allora è necessario rivolgersi al proprio medico di fiducia per poter effettuare una nuova valutazione ed eventualmente nuovi esami di approfondimento.

Non sono pochi i pazienti che potrebbero aver bisogno di approfondire il tema: “Dati recenti provenienti da un registro di pazienti italiani ci dicono che circa 4 persone su 10 che soffrono di asma grave hanno anche rinosinusite cronica con poliposi nasale (un'infiammazione che si manifesta con l'ostruzione nasale, un eccesso di muco, il dolore facciale e perfino la perdita dell'olfatto), un numero piuttosto elevato. Il Ministero della Salute stima che siano fino a 300.000 i pazienti affetti da asma grave in Italia. È quindi chiaro come sia importante porre l’accento non solo sulla patologia asma grave ma anche sulle sue comorbidità, proprio come la rinosinusite cronica con poliposi nasale.” – Ci spiega la dottoressa Elisabetta Campagnoli, del team GSK Italia.

“I pazienti che soffrono di asma grave e comorbidità di poliposi nasale molto spesso vanno incontro a difficoltà sia strettamente legate al controllo della malattia che ad aspetti più emotivi e personali. Il primo ostacolo molto spesso però è il riconoscimento e la valorizzazione dei sintomi che talvolta possono essere trascurati in quanto considerati solo temporanei o attribuiti ad altre cause. Uno degli obiettivi della campagna “E se fosse asma grave?” è proprio dare importanza a questi sintomi e incentivare le persone a riferirli al proprio medico di fiducia, per anticipare una eventuale diagnosi e diminuire il carico della patologia.”

Non bisogna sottovalutare queste patologie, né arrendersi nel ricercare una diagnosi per migliorare il proprio stato di salute psicofisico. Secondo la “Strategia Globale per la Gestione e la Prevenzione dell’asma”, per la diagnosi di asma grave sono suggeriti quattro step da seguire: bisogna innanzitutto confermare la presenza dell'asma, ad esempio attraverso un piccolo esame come la spirometria, che senza essere invasivo valuta la funzionalità polmonare. Si ricerca poi la coesistenza di altre patologie, e si verifica l'esistenza di fattori modificabili che possono contribuire al mancato controllo dei sintomi (come ad esempio il fumo o una terapia seguita in modo erroneo). Quindi si ottimizza la terapia e dopo sei mesi si fa una rivalutazione del paziente, ed eventualmente si può arrivare a una diagnosi di asma grave.

Ma è possibile, con il giusto percorso terapeutico, convivere con queste patologie concomitanti? “Fortunatamente, negli ultimi vent’anni sono stati fatti passi da gigante nella comprensione e nel trattamento di queste patologie. Ora è possibile lavorare sia in maniera preventiva andando ad agire su alcuni fattori scatenanti, sia in termini di gestione terapeutica della patologia. Questi progressi hanno permesso a moltissimi pazienti di alleviare il carico della malattia e di poter riprendere, con le dovute accortezze, attività che avevano ormai abbandonato.”

Con il supporto di un team specialistico, infatti, si possono controllare al meglio i sintomi, svolgere a pieno le attività quotidiane, ed evitare che si instauri un circolo vizioso che può peggiorare la condizione del paziente, e portare anche all'insufficienza respiratoria. Attraverso la campagna “E se fosse asma grave?”, promossa da GSK Italia con il patrocinio dell'associazione Respiriamo Insieme, è possibile informarsi al meglio: oltre a un sito web e a una pagina Facebook, sono disponibili diversi materiali, come pillole video educative e una serie di podcast disponibili sulle maggiori piattaforme di streaming audio.

“Ora abbiamo i mezzi e le conoscenze per poter rendere migliore il percorso del paziente, a partire dalla diagnosi fino alla gestione della patologia. Per questo riteniamo che sia importante cercare di informare quante più persone possibili, dando gli strumenti non solo per approfondire sintomi che potrebbero venire trascurati ma incentivando anche un ruolo attivo del paziente. Tutte le attività della nostra azienda hanno al centro i pazienti e per questo abbiamo cercato di creare una campagna che fosse al loro servizio. Il patrocinio dell’associazione Respiriamo Insieme è un’ulteriore prova della nostra volontà di collaborare per rendere il paziente sempre più consapevole della propria patologia e di conseguenza anche della sua gestione.” – Conclude la dottoressa.