Attenzione alle sheet mask per il viso: contengono plastiche e microplastiche

Le sheet mask sono un trattamento di bellezza monouso: sono delle maschere in tessuto impregnato di attivi che si applicano sulla pelle e si lasciano in posa. Tutto piacevole, se non fosse che quel tessuto non è riciclabile, non è biodegradabili o compostabile nella maggior parte dei casi. Inoltre, contiene plastiche e microplastiche che si possono disperdere nell’ambiente.
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Valentina Rorato 5 Giugno 2023

Si moltiplicano i prodotti di bellezza per la cura della pelle. Molti ci regalano l’illusione di ridurre gli inestetismi o di fermare il tempo, altri invece sono davvero utili. Negli ultimi anni è esplosa la moda delle sheet mask o maschere in tessuto, impregnate di principi attivi. Si applicano sul viso e si lasciano in posa per qualche minuto, dai 15 ai 30 minuti. Sono molto gradevoli, ma sono sostenibili? No, sono al pari delle salviettine o delle cannucce di plastica.

La bellezza pulita è una categoria in crescita e molti marchi stanno implementando pratiche sostenibili, ma gli articoli monouso sono motivo di particolare preoccupazione. Queste maschere dopo essere state utilizzate si trasformano in rifiuti, perché non si possono riciclare. E nonostante si sensibilizzi l’opinione pubblica su questo argomento, l'utilizzo di salviettine umidificate aumenta del 15% ogni anno e si prevede che il mercato delle maschere per il viso crescerà fino a superare i 50 miliardi di dollari entro il 2025.

Che cosa contengono le sheet mask?

Le sheet mask ono realizzati con materiali simili non compostabili, non riciclabili e non biodegradabili.  Molte di loro contengono propilene e glicole butilenico, che sono un sottoprodotto del petrolio e totalmente insostenibile. Alcuni usano anche polimeri plastici. Aggiungiamo, che questi prodotti sono spesso confezionati singolarmente in imballaggi di plastica e di alluminio. Nella migliore dell’ipotesi, finiscono in discarica, nella peggione nei mari, riempiendoli di microplastiche.

Oltre ai potenziali rischi per la salute derivanti dal consumo di microplastiche, che inevitabilmente mangiamo con il pesce, le particelle rilasciano metano mentre si rompono. Le emissioni di metano contribuiscono al riscaldamento globale e il riscaldamento globale influisce sul nostro clima, creando modelli meteorologici più severi e imprevedibili che hanno un impatto su interi ecosistemi.

Cos'è un fatberg?

Il fatberg (iceberg di grasso, dall'inglese) è un rifiuto, che si trova nei sistemi fognari di tutto il mondo, che contiene grasso alimentare, salviettine umidificate e prodotti sanitari. Im Gran Bretagna l’anno scorso è stato trovato un fatberg di 64 m sotto la città balneare di  Sidmouth (nel Devon). Ci sono volute 8 settimane per tagliare e rimuoverlo. Ma non è la prima volta. A Londra ne è stato recuperate uno pesante 130 tonnellate e di 250 metri di diametro trovato nel 2017 nel quartiere di Whitechapel, a nord-est della Torre di Londra. La Nuova Zelanda sta assistendo a simili blocchi di fatberg, soprattutto a causa di tutte quelle salviettine umidificate gettate nel gabinetto. E le maschere in tessuto potrebbero alimentare questo rifiuto, che intasa le rete fognarie delle grandi città.

Ma si possono usare le maschere in tessuto?

Le maschere in tessute non devono essere demonizzate, ma devono essere scelte con cura. Guarda la confezione, se contiene olio di palma, magari evita. Punta invece su l'acido ialuronico, che è un ingrediente straordinario che idrata profondamente la tua pelle. Scegli poi sui prodotti biodegradabili e compostabilo al 100%, realizzati con ingredienti biologici e confezionati in cartone riciclabile o in biocellulosa ecologica. Evita, inoltre, quelle imbevute da sieri densi di siliconi, una classe di ingredienti che lascia un sottile film plastico sulla superficie della pelle per creare l'illusione di un "bagliore". Questo film è bioaccumulabile e impedisce alla base di biocellulosa o bambù "biodegradabile" di rompersi completamente.