
Il vino viene anche chiamato bevanda degli Dei ed ha una storia molto antica. La parola vino, dal latino Vīnum e greco antico ϝοῖνος-Woînos, ricorre in quasi tutte le lingue delle popolazioni che si affacciano sul Mediterraneo e, in linea generale, stanziate nell'area europea. E la storia ci racconta che è apprezzato da secoli, a partire dagli Antichi Romani fino a oggi. Il motivo? Le caratteristiche organolettiche e i benefici per la salute.
Hai mai sentito dire “Bevo un bicchiere perché mi fa bene al cuore”? si tratta del famoso paradosso francese che si riferisce all’idea che bere vino possa spiegare i tassi relativamente bassi di malattie cardiache tra i francesi, nonostante la loro passione per il formaggio e altri cibi ricchi e grassi. Questa teoria ha contribuito a stimolare la scoperta di una serie di composti vegetali benefici noti come polifenoli. Presenti nelle bucce dell'uva rossa e viola (così come in molti altri frutti, verdure e noci), spiegano teoricamente le proprietà protettive del vino sul cuore. Tuttavia, le ricerche scientifiche sul tema sono piuttosto deboli.
Non è vietato bere, ma bisogna farlo con moderazione. Secondo le Linee Guida per una sana alimentazione del Ministero della Sanità non è possibile identificare livelli di consumo che non comportino alcun rischio per la salute. E' però considerato il basso, se non si superano i seguenti parametri:
1 unità alcolica corrisponde a 12 grammi di alcol puro ed equivale a:
Ogni unità alcolica consumata apporta mediamente 70 kcal, prive di qualsiasi contenuto nutritivo se non il potere calorico, di cui bisogna tenere conto, anche in vista del crescente aumento dei tassi di obesità. In alcune categorie e condizioni, inoltre, l'assunzione di alcol raccomandata è pari a zero:
Bere un bicchiere di vino al giorno è consentito, ciò però non vuol dire né che faccia bene né che sia privo di rischi. Si è diffuso negli anni la credenza che un bicchierino saltuario, possa essere salutare. In realtà, le ricerche scientifiche non dicono questo. Dicono piuttosto che i ricercatori non sono ancora stati in grado di capire quali siano i rischi minimi. Negli anni, poi, è stata fatta una distinzione tra alcol più tossico e meno tossico, per esempio il vino o la birra dovrebbero fare meno male dei superalcolici. Anche questa è una mezza verità, perché dipende sempre dalla quantità che se ne consuma e poi dalle patologie pregresse.
Un’altra indicazione da prendere con le pinze è il consumo del famoso bicchiere di vino rosso, che contiene dose più elevate di resveratrolo una sostanza che pare abbia effetti protettivi sulle patologie degenerative ed infiammatorie. Le ricerche attualmente indicano l’efficacia del resveratrolo solo sugli animali e non sugli esseri umani. Ciò significa che dobbiamo bere con moderazione, soprattutto se ci sono patologie pregresse o si stanno assumendo dei farmaci, perché questo è ancora un campo in cui si stanno cercando delle risposte.
Si consiglia di bere un bicchiere di vino ai pasti, possibilmente a pranzo. Non è quindi solo importante quanto si beve, ma anche come si beve. Le modalità di assunzioni possono fare la differenza, perché possono innalzare i rischi per la salute e i rischi sociali. Per esempio, si sconsiglia di:
Fonti | Ministero della Salute; Airc