Blackout di 17 ore a Torino, perchè il caldo è un problema per la rete elettrica nazionale?

Ancora una volta il caldo ha danneggiato la rete elettrica Torino e la città è rimasta per ben 17 ore al buio e senza energia. Danni e soluzioni al problema delle alte temperature.
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Mattia Giangaspero 23 Agosto 2023

Un problema che a causa di questa ondata di calore sta colpendo diverse città in Italia. Le alte temperature, con livelli record, come a Roma (quasi 43 gradi) fanno sì che interi palazzi lascino accesi sempre o quasi i condizionatori. Casa, negozi e luoghi di lavoro in questo modo sottopongono le reti elettriche a un sovraccarico di potenza che non riescono a soddisfare e per questo motivo vanno in blackout.

Nel mese di luglio i casi più gravi e lunghi di blackout sono accaduti a Roma, Napoli, Varese,  Catania e in ultimo Torino . E adesso il caldo ha danneggiato nuovamente la rete elettrica di Torino e l'intera città è rimasta senza elettricità per ben 17 ore.

Un incubo che ha colpito a macchia di leopardo quasi mezza città, nello specifico i quartieri San Paolo, Cenisia, Parella e Campidoglio.

Ci sono stati dei guasti che hanno interessato otto cabine secondarie che alimentavano circa 1.700 utenze, su circa 650mila presenti a Torino e ancora una volta la colpa è del calore proveniente dal suolo, il quale danneggia i cavi.

Tutto si è ripetuto come la scorsa volta: il caldo eccessivo ha danneggiato i giunti che collegano le bobine e la rete elettrica ha ceduto.

Purtroppo l'effetto della crisi climatica e dell'aumento delle temperature ci riguarda sempre più da vicini e in questi mesi estivi ne abbiamo avuto la prova anche solo con lo scompiglio che ha creato su tutto il sistema nazionale della rete elettrica. Come detto precedentemente il caso di Torino fa testo sì, ma non è l'unico. Dal Sud con Catania e Napoli, al Centro con Roma e al Nord con Varese e Torino, il caldo ha mandato in tilt la rete elettrica di case ed edifici.

La soluzione attuale resta una sola, come spiegato dalle società che gestiscono le reti cittadine, bisogna sostituire gli attuali materiali con cui oggi sono costruiti i cavi. Questi infatti reggono fino a 60 °C, ma non è più sufficiente.

Dovranno essere sostituiti con quelli attualmente in uso nei Paesi del Nord Africa perché è in quella direzione che il nostro clima sta andando, con diversi giorni sopra i 35°C e il termometro che non scende nemmeno di notte, non permettendo agli impianti di raffreddarsi.