Bombi sempre più a rischio: i pesticidi riducono le dimensioni del loro cervello

All’estinzione di uno degli impollinatori più importanti per i nostri cibi contribuiscono anche i pesticidi usati quotidianamente in tutto il Mondo. Uno studio dell’Imperial College di Londra dimostra che questi prodotti chimici possono influenzare le capacità di apprendimento dei bombi: inoltre, se vengono contagiate le larve durante la fase di crescita, il loro cervello potrebbe danneggiarsi in modo del tutto irreversibile.
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Kevin Ben Alì Zinati 9 Marzo 2020

Non c’è pace per i bombi. Ti avevamo già raccontato perché loro estinzione potrebbe essere un grave problema anche per te, oggi però la sfida per la sopravvivenza di questa specie non migliora, anzi. Ci sono prove, infatti, che i pesticidi usati quotidianamente nell’agricoltura possono accumularsi all'interno delle colonie di bombi compromettendo la crescita del loro cervello.

L’ha dimostrato una nuova ricerca dell’Imperial College di Londra: attraverso scansioni micro-CT i ricercatori ha notato difetti nello sviluppo cerebrali dei bombi esposti a queste sostanze che avrebbe portato a delle limitazioni nelle capacità di apprendimento e di ricerca del cibo.

Lo studio

I ricercatori per testare se i pesticidi avessero impatti negativi sulle attività cerebrali dei bombi hanno preso una colonia di giovani larve e l’hanno divisa in due gruppi. Ad uno solo di questi hanno somministrato un sostituto del nettare, arricchito con una classe di pesticidi chiamati neonicotinoidi: alcuni di questi sono ampiamente utilizzati in tutto il mondo anche se restrizioni europee ne limitano l’uso in diversi Stati Membri.

Comunque, quando le larve sono cresciute e sono uscite dalle loro pupe, i ricercatori hanno testato la loro capacità di apprendimento dopo 3 giorni e dopo 12 giorni. Una volta ottenuti i risultati li hanno confrontati con il gruppo di controllo e da qui la brutta sorpresa: i cervelli dei bombi appartenenti ad al gruppo 1 erano più piccoli rispetto a quelli del gruppo 2.

I danni al cervello

I ricercatori hanno utilizzato delle scansioni micro-CT, ovvero delle immagini ad alta risoluzione, come quelle fatte con i Raggi X, ottenute però senza senza dover toccare e o sezionare l’oggetto in questione. Sono così riusciti a vedere il cervello di circa 100 bombi, scoprendo che quelli esposti ai pesticidi, rispetto agli altri, una parte importante del cervello più piccola e una scarsa capacità di apprendimento. Per questo le generazioni future di bombi potrebbero non essere più capaci di procacciare cibo e quindi allevare altre larve.

Come avviene l’incontro con i pesticidi

L’esposizione diretta dei bombi ai pesticidi dannosi per il loro cervello può avvenire attraverso i residui che si trovano sui fiori. Quando questi insetti si avvicinano per l’impollinazione, è come se venissero infettati e, tornando al proprio nido, portano con sé le molecole di pesticidi che, a lungo tempo, possono infettare tutta la colonia.

In particolare modo sono più a rischio i bombi giovani che, nutrendosi con alimenti contaminati da pesticidi, possono rischiare danni irreversibili al cervello.