
In mezzo tra la lotta al fenomeno dell’inquinamento da plastica e un mondo un po’ più pulito, o forse un po’ meno contaminato, potrebbe esserci il cocco.
Hai capito bene: le bucce dei frutti di questa gigantesca pianta, tipica dei Paesi a clima caldo-temperato, potrebbero infatti diventare un’alternativa naturale e biodegradabile capace di sostituisce il polistirolo di plastica.
Un alleato insomma per ridurre l’utilizzo di questo dannosissimo materiale sempiterno e quindi il suo abbandono.
Il condizionale oggi però non serve più perché nelle Filippine c’è già un’azienda che sta recuperando tutti gli scarti di cocco che riesce a trovare per trasformali in fibre alla base di materiali isolanti naturali per la realizzazione di borse frigo.
Sì, quei contenitori che aiutano a mantenere le tue bevande o i tuoi cibi freschi e gustosi anche in una calda giornata torrida in spiaggia.
Godendosi una giornata di sole e bagni nell’Oceano, cittadini e turisti possono possono sfruttare questi semplici ma non banali oggetti per ridurre il proprio impatto ambientale e, allo stesso tempo, contribuire a contrastare un fenomeno che ogni anno genera oltre 20 milioni di tonnellate di rifiuti dispersi tra laghi, fiumi e mari.
Ciascuna borsa frigo, come ha raccontato la stessa azienda, viene realizzata con 37 gusci di noce di cocco e ogni guscio deriva dal riciclo di una cinquantina di bottiglie e contenitori di plastica.
Un processo virtuoso che mira a riutilizzare quasi 200mila scarti di cocco, altrimenti destinati all’incenerimento e a processi responsabili di ulteriori emissioni nocive per ambiente ed atmosfera.
La sottrazione e il riutilizzo delle bucce di cocco secondo le stime eviterebbe qualcosa come 92mila emissioni di CO2 ogni anno.