Bottiglia di vetro vs bottiglia di plastica: quale inquina di più?

La risposta non è così scontata come sembra: secondo uno studio condotto da un gruppo di ricercatori britannici, il vetro danneggia l’ambiente più della plastica, in quanto la sua produzione necessita di un’enorme quantità di energia e di materie prime, la cui estrazione ha un notevole impatto sugli ecosistemi. Promosse invece le lattine di alluminio.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Federico Turrisi 30 Novembre 2020

Abbiamo tutti sotto gli occhi gli effetti devastanti sugli ecosistemi marini provocati dallo smaltimento scorretto dei rifiuti di plastica. Per questo motivo, per cercare di ridurre il marine litter e il volume dei rifiuti plastici che produciamo a monte, ti abbiamo spesso consigliato di procurarti una borraccia o anche di ricorrere agli imballaggi di vetro. Ma siamo sicuri che quest'ultimo sia davvero più sostenibile della plastica?

Un team di ricercatori dell'università di Southampton, nel Regno Unito, ha confrontato le Lca (Life cycle assessment), ossia le analisi del ciclo di vita, dei diversi materiali destinati all'imballaggio di bevande. Quello che è emerso ti sorprenderà: la produzione di bottiglie di vetro è talmente dispendiosa dal punto di vista energetico e del consumo delle risorse che risulta quattro volte più impattante dell'utilizzo delle bottiglie di plastica, che comunque presentano diverse problematiche, soprattutto a livello di recupero.

Rispetto al Pet, il vetro ha il vantaggio di essere un materiale durevole e riciclabile al 100%. Tuttavia, è bene ricordare che il vetro si ricava da materiali come la sabbia silicea, il carbonato di sodio e quello di calcio. Tutto questo ha inevitabilmente un impatto sull'ambiente legato alle attività di estrazione mineraria. Inoltre, c'è bisogno di un'enorme quantità di energia per raggiungere le temperature altissime richieste dal processo di produzione del vetro, in cui vengono rilasciati gas inquinanti, come anidride solforosa e anidride carbonica.

A ottenere i risultati migliori sono stati invece le lattine di alluminio e gli imballaggi poliaccopiati (più conosciuti con il termine tetrapak), che contengono una percentuale sia di elementi cellulosici (cartone) sia di elementi plastici. In generale, sul banco degli imputati finisce il concetto di monouso: le aziende, sottolineano i ricercatori, dovrebbero promuovere il più possibile contenitori riutilizzabili o sistemi come il vuoto a rendere per evitare la produzione di nuovi rifiuti e il continuo consumo di materie prime. Solo in questo modo si può essere realmente più rispettosi nei confronti del pianeta.

Fonte | "Life Cycle Assessment of Beverage Packaging", pubblicato su Detritus il 5 ottobre 2020.