Bracconiere condannato a 30 anni di carcere in Mozambico: uccideva rinoceronti e contrabbandava i loro corni

Era conosciuto, tra Mozambico e Sud Africa, per i rinoceronti uccisi ed era stato arrestato proprio durante una battuta di caccia illegale. Dopo essere stato il capo di una banda di bracconieri, ora Admiro Chauque dovrà passare 30 anni in prigione. Oltre all’attività di bracconaggio, il giudice lo ha riconosciuto colpevole di possesso illegale di armi e associazione per delinquere.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Martina Alfieri 25 Gennaio 2022

Era stato arrestato lo scorso maggio, mentre era a caccia di rinoceronti. Ora, un giudice del Mozambico ha deciso che il bracconiere Admiro Chauque dovrà scontare 30 anni di carcere. Oltre alla caccia di animali protetti, è ritenuto colpevole di detenzione illegale di armi e associazione per delinquere. Chauque era infatti a capo di quella che è stata definita una banda di bracconieri che operava nel sud del paese e nel Kruger National Park, in Sud Africa.

Negli anni, il suo nome era divenuto noto proprio grazie ai numerosi rinoceronti cacciati. Secondo l’Administração Nacional das Áreas de Conservação (ANAC) – l’ente nazionale che tutela le aree protette e i parchi nazionali – il bracconiere Chauque alimentava il contrabbando internazionale di corni di rinoceronte dei paesi asiatici, in particolare Cina e Vietnam.

Da alcuni anni il Mozambico ha scelto di mantenere una linea più dura nei confronti di chi danneggia e uccide la fauna protetta. Nel 2017, è stata introdotta una pena minima di 16 anni per i bracconieri di rinoceronti, più severa di quelle in vigore in altri paesi africani.

Sempre secondo l’ANAC, gli arresti per bracconaggio di fauna selvatica nel 2019 sono stati addirittura 541, mentre altri 444 cacciatori sono stati condannati alla pena detentiva l’anno successivo. La sentenza che pesa su Admiro Chauque, come scrive l’ANAC, è “esemplare”: non solo dovrà scontare tre decenni in carcere, ma pagherà anche una multa per 28 anni.

I rinoceronti, purtroppo, continuano a essere tra gli animali maggiormente minacciati dalle battute di caccia dei bracconieri, e ancora non bastano a proteggerli dal pericolo di scomparire i numerosi programmi di protezione attivati in diversi paesi, come il Mozambico.