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Capodoglio: dimensioni e curiosità del cetaceo con i denti più grande al mondo

Il capodoglio possiede una taglia enorme ed è il protagonista del famoso romanzo Moby Dick, nel quale viene descritto come una balena bianca. L’uomo rappresenta il pericolo più grande per questo cetaceo, minacciato da plastica e imbarcazioni.
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Alessandro Bai 22 Settembre 2022

Il capodoglio, o Physeter macrocephalus, è l'animale più grande al mondo tra quelli appartenenti al sottordine degli Odontoceti, che comprende tutti i cetacei dotati di denti, visto che non tutti ce li hanno.

Di fatto, può essere considerato una balena, un termine che racchiude ogni cetaceo che possiede una stazza gigantesca: in effetti, le dimensioni del capodoglio sono davvero enormi, tanto da ispirare il romanzo di Herman Melville Moby Dick, nella quale viene descritto come la famosa balena bianca.

Ad oggi il numero di capodogli che nuotano nei mari del nostro pianeta è sconosciuto, ma secondo la lista rossa delle specie minacciate dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) si tratta di un animale "vulnerabile", addirittura "in pericolo" se consideriamo soltanto le popolazioni che abitano nel Mar Mediterraneo.

È l'uomo a rappresentare la minaccia principale per il capodoglio, alle prese con problemi che vanno dall'ingestione di plastica agli scontri con le navi o altre imbarcazioni, senza contare gli esemplari spiaggiati lungo i litorali.

Dimensioni

Il capodoglio è l'animale più grande al mondo tra i cetacei che hanno i denti, un sottordine chiamato Odontoceti, ma le sue dimensioni cambiano molto a seconda del sesso: i maschi possono infatti raggiungere una lunghezza di 16-18 metri e un peso di circa 50 tonnellate, il doppio rispetto agli esemplari femmina, che pesano 20-25 tonnellate e sono lunghi poco più di 12 metri.

Questa differenza, in ogni caso, non vale per il cucciolo di capodoglio, che a prescindere dal genere pesa una tonnellata alla nascita e misura circa 4 metri di lunghezza.

Un’immagine che mette in evidenza l’enorme testa del capodoglio e i suoi denti.

Curiosità

Physeter macrocephalus è il nome scientifico che indica i capodogli, che possono essere chiamati anche balene in modo più generico, proprio come la megattera e la balenottera azzurra, che hanno caratteristiche un po' diverse ma condividono con questa specie le dimensioni fuori dal comune.

Sembra che il capodoglio si chiami così perché il suo nome deriverebbe da "capo d'olio", un'espressione riferita allo spermaceti, una sostanza presente nel cranio di questa balena che ha una consistenza a metà tra olio e cera e varia di densità in modo da regolare la galleggiabilità dell'animale, che così può immergersi in profondità e tornare in superficie più facilmente.

È una caratteristica importante per i capodogli, che sono conosciuti proprio per le loro immersioni, che possono durare oltre un'ora e durante le quali raggiungono profondità anche di 3000 metri.

La Sperm Whale, come viene chiamato il capodoglio in lingua inglese, ha la particolarità di avere una testa imponente, pari a circa un terzo della lunghezza totale, oltre a una bocca dotata di denti rudimentali, al posto dei fanoni di cui sono dotate ad esempio le balenottere azzurre.

Questa specie vive nel Mar Mediterraneo, ma anche negli oceani di tutto il mondo, più spesso lontano dalle coste anche se, qualche volta, si avvicina ai litorali. Per respirare, l'animale tende a galleggiare in superficie per qualche minuto sfruttando, per rilasciare l'aria, lo sfiatatoio a forma di S, più largo di quello di una balenottera e posizionato sul lato sinistro del corpo: il soffio emesso supera anche i 10 metri di altezza.

Il molti avranno ripensato alla storia di Moby Dick, la leggendaria balena bianca, quando nell'agosto del 2021 un capodoglio bianco nelle acque della Liguria, nei pressi di Savona, ma si tratta di un esemplare molto raro che è stato avvistato pochissime volte.

I capodogli possono vivere fino a 80 anni, continuando peraltro a crescere per circa 50 anni. Queste caratteristiche hanno permesso all'animale di evolversi e affermarsi nel proprio ecosistema pur tenendo un tasso di natalità piuttosto basso: le femmine di capodoglio partoriscono una volta ogni 4-6 anni, dopo una gestazione che dura tra i 12 e i 18 mesi. Una volta nati, poi, i piccoli vengono allattati per almeno 2 anni.

Cosa mangia

Considerata la sua taglia esagerata, non è così sorprendente il fatto che il capodoglio mangi enormi quantità di cibo ogni giorno: la sua alimentazione comprende calamari giganti, polpi, razze e altri tipi di pesce, spesso e volentieri spingendosi fino a profondità elevate per cacciare le proprie prede.

I capodogli non devono preoccuparsi di essere attaccati da altri animali, fatta eccezione per le orche, che sono i loro unici predatori e cercano il più delle volte di isolare i cuccioli per poi ucciderli.

Perché rischia l'estinzione?

La longevità dei capodogli, l'assenza di molti predatori e l'abitudine a trascorrere molto tempo sotto la superficie del mare sono caratteristiche che dovrebbero mettere al riparo questa specie da molti pericoli, tuttavia la lista rossa di IUCN ritiene questo animale "vulnerabile" a livello globale e "in pericolo" nel territorio del Mar Mediterraneo.

Quali sono i motivi? Come spesso accade il più grande pericolo per il capodoglio è proprio l'uomo, che immette nei mari grandi quantità di plastica che queste balene tendono a ingerire per sbaglio, scambiandola per i calamari di cui si nutrono. Il problema è grande specialmente proprio nel Mediterraneo, dove questo tipo di inquinamento è decisamente più diffuso rispetto, ad esempio, all'Oceano Atlantico.

Per un capodoglio, però, c'è anche il rischio delle collisioni con le imbarcazioni, che possono uccidere i cetacei o ferirli gravemente: secondo uno studio pubblicato nel 2017 da WWF Mediterranean Marine Initiative sarebbero circa 40 ogni anno le balenottere comuni che muoiono per questo motivo. Una ragione in più, se ce ne fosse bisogno, per ridurre il più possibile l'utilizzo di plastica e per spingere le autorità a regolarizzare il traffico marittimo che, non va dimenticato, può creare scompiglio e conseguenze più gravi in un territorio che è la casa di moltissime creature preziose.