
Per contrastare la crisi climatica occorre agire subito con misure più stringenti. Starai pensando che questo sia uno slogan del movimento Fridays for Future. E invece a dirlo di recente è stata la Corte Costituzionale tedesca, che ha bocciato in parte la Klimaschutzgesetz, ovvero la legge sul clima approvata in Germania nel 2019. La sentenza è stata definita storica, perché per la prima volta è stata dichiarata parzialmente incostituzionale una legge con motivazioni che fanno riferimento alla necessità di contrastare con più forza e urgenza il cambiamento climatico e di tutelare i diritti delle future generazioni.
Ebbene, sembra proprio che il governo tedesco non sia rimasto a guardare. Mercoledì scorso Svenja Schulze e Olaf Scholz, ministri rispettivamente dell’Ambiente e delle Finanze, hanno infatti annunciato in conferenza stampa obiettivi più ambiziosi, presentando una nuova road map, che dovrebbe essere discussa dal gabinetto federale già il prossimo 12 maggio. Il piano prevede quanto segue: riduzione delle emissioni di gas serra del 65% nel 2030 rispetto ai livelli del 1990, invece del 55% stabilito in precedenza. È stato inoltre posto un obiettivo intermedio al 2040, con il target di riduzione fissato all'88%, prima di arrivare alla neutralità climatica (ossia alle zero emissioni nette) entro il 2045. Il che vorrebbe dire con cinque anni di anticipo rispetto a quello che ha indicato l'Unione Europea con il Green Deal.
Se, come appare abbastanza scontato, il governo tedesco dovesse dare il via libera alla nuova proposta di legge sul clima, tale decisione rappresenterebbe senza dubbio un importante segnale anche per il resto dell’Europa. Inclusa l'Italia, che deve ancora aggiornare il suo Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima (il famoso Pniec). Il tempo a disposizione per salvare il pianeta è sempre più ridotto.