ClimaAda 270 riscrive la storia alpina, trovato il Cesio di Chernobyl sul ghiacciaio in Adamello

Non solo Cesio (sostanza chimica), ma è stato trovato anche il Trizio dei test nucleari degli anni sessanta. Adesso si trova a 23 metri della carota di ghiaccio, ma nel 2016 era a soli 16 metri.
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Mattia Giangaspero 27 Giugno 2023

Si sta riscrivendo la storia, la storia dei ghiacciai come quelli presenti sull'Adamello. Si parte dalla prima guerra mondiale con il conflitto avutosi proprio sull'Adamello tra il 1915 e il 1918. Poi si passa ai test nucleari del 1963, finendo per l'esplosione di Chernobyl del 1986. Tre avvenimenti cruciali che hanno segnato nel profondo quel ghiacciaio e hanno portato, un gruppo di ricercatori di diverse Università italiane, ad aderire al progetto ClimAda 270. L'intento è proprio quello di riscrivere la storia alpina provando a sfruttare tutte le tracce di polveri, metalli e pollini. Tutta la carota di ghiaccio presente sull'Adamello e lunga 224 metri è stata studiata e sezionato e ogni laboratorio ha estratto dei campioni per poi analizzarli.

"Il più impattante — sottolinea Lino Zani, promotore del progetto che vede coinvolti sedici partner pubblici e privati — riguarda i cambiamenti climatici in atto: i segni dell’esplosione di Chernobyl sono stati individuati nei primissimi centimetri del ghiaccio estratto, segno che negli ultimi quarant’anni il bilancio di massa del ghiaccio è negativo. Ha nevicato così poco e ha fatto così caldo che la neve non ha fatto in tempo a saldarsi con il ghiaccio sottostante e il sole ha fatto sciogliere anche il ghiaccio".

L’esplosione della centrale atomica ha lasciato picchi di Cesio nella porzione più superficiale del carotaggio, ma non solo. È stato trovato anche il Trizio dei test nucleari degli anni sessanta. Adesso si trova a 23 metri della carota di ghiaccio, mentre nel 2016 era a soli 16 metri.

A circa 66 metri di profondità infine è stato identificato un livello scuro spesso una decina di centimetri che potrebbe rappresentare parte del segnale paleo-ambientale e storico del primo conflitto mondiale, combattuto. "Le ricerche proseguono e — annuncia Zani — una nuova campagna di carotaggio sarà messa in campo presumibilmente nella primavera del 2024".

Questi sono tutti elementi che prevedono anche il futuro e le eventuali trasformazioni del ghiacciaio dell'Adamello a causa di inquinamento da sostanze chimiche. Infatti nello studio si indica come il rischio che scompaia sia molto alto. "Tra il 2027 e il 2080 e questo ci impone di pensare a come organizzare la nostra vita nelle prossime generazioni. Per esempio, avremo molta meno acqua a disposizione e non sarà più possibile produrre energia idroelettrica. Siamo chiamati a progettare un futuro diverso".

 "Al di sotto della carota di ghiaccio estratta – spiega infatti Zani – abbiamo infatti trovato una morena alta circa 30 metri: vuol dire che il ghiacciaio dell’Adamello non esiste da sempre e che il suo avanzare e il suo ritrarsi appartengono a un ciclo naturale".