
Fiorisce da giugno fino a novembre, offrendoti bellissimi fiori di un vivace colore giallo-arancione. La calendula è principalmente coltivata a scopo ornamentale o per le sue proprietà officinali, ma ci sono altri due motivi che spingono ad avere un vaso di calendula sul balcone o nell'orto. I petali di questo fiore sono commestibili e possono essere aggiunti alla tua insalata o possono essere canditi, mentre i boccioli possono essere conservati sottaceto. E poi la calendula attira gli insetti impollinatori come le api e i bombi, fondamentali affinché le piante da orto producano frutto.
Se vuoi seminare la calendula il mese in cui farlo è marzo, ma devi assicurarti che le temperature abbiamo raggiunto almeno i 15°C. A primavera inoltrata potrai procedere alle operazioni di trapianto, facendo attenzione a mantenere una distanza di almeno 30 cm tra una piantina e l’altra. Se vuoi coltivare la calendula in vaso invece, la distanza minima da rispettare non deve essere inferiore ai 20 cm.
A dire il vero, per la calendula va bene qualsiasi tipo di terreno, ma volendo fare più i pignoli, dovendo scegliere meglio preferire quelli ricchi di sostanze organiche e ben drenati. Di norma si tende a non esagerare con l’azoto, che favorisce lo sviluppo delle foglie a discapito dei fiori. Scegli quindi un concime più povero di azoto e più ricco di potassio, liquido da diluire nell’acqua dell’innaffiatura o granulare a lenta cessione.
La calendula ama il sole e non teme il calore estivo, tanto meno la siccità. Posizionala quindi in pieno sole, ed evita la mezz’ombra perché ne arresterebbe la crescita e renderebbe la produzione dei fiori scarsa. Se poi dovessi coltivare la calendula nell'orto, accertati di farla crescere vicino a piante "amiche", che in questo caso sono: le zucche, le zucchine, il cetriolo, i pomodori, i peperoni, le melanzane, i fagioli e i fagiolini.
La calendula teme l'attacco di una nota malattia fungina conosciuta come mal bianco o oidio, facilmente riconoscibile perché sugli steli e le foglie della pianta si formano dei depositi polverosi e bianchi. La calendula teme anche l'Entyloma, un fungo che si diffonde nell’acqua d’irrigazione e che provoca una malattia molto aggressiva: la malattia del carbone; in questo caso la pianta muore per necrosi fogliare. Anche gli afidi sono i nemici acerrimi della calendula, e una volta che attaccano la pianta tendono a colonizzare steli, foglie e fiori ancora in boccio.
Dal momento che la calendula attira gli insetti impollinatori, bisognerebbe sottoporre la pianta a trattamenti curativi solo se strettamente necessari, e farlo utilizzando prodotti biologici, proprio per non danneggiare api e bombi attratti dai capolini colorati dei fiori. Qualora l'i infestazione sia molto grave, è meglio estirpare la pianta, bruciarla e sostituirla con una nuova dopo aver sanificato anche il terreno.
Gli afidi invece possono essere eliminati con un batuffolo di cotone imbevuto di alcool etilico denaturato o con un antiparassitario all’aglio, all’ortica o al piretro.
La calendula deve essere innaffiata regolarmente. L’ideale e è bagnarla poco, ma spesso, e attenzione ai ristagni idrici.
Per favorire la fioritura e i nuovi germogli laterali, dovresti cimare gli apici vegetativi primari; in questo modo la calendula produrrà più fiori fin dalla base e formerà un folto cespuglio. Vanno inoltre eliminate le foglie secche per evitare che marcendo possano scatenare alcune malattie fungine.
(Pubblicato da Gaia Cortese il 16.09.2020
Modificato da Mattia Giangaspero il 20.11.23)