
Proprio pochi mese prima della pubblicazione dell'ultimo rapporto Istat sulla demografia, quello riferito al 2022, dal quale emerge un nuovo record negativo delle nascite in Italia (-7mila rispetto al 2021), una ricerca dell'University College di Londra ha approfondito il legame tra crisi climatica e genitorialità, mostrando l'impatto della cosiddetta "eco-ansia" sulla decisione di non fare figli.
Vediamo in che modo il cambiamento climatico può influenzare la scelta di diventare genitori, e quindi l'andamento demografico di un certo Paese.
La ricerca, pubblicata su PLOS Climate, è la prima revisione sistematica degli studi esistenti sul tema. L'obiettivo: individuare i possibili modi in cui le preoccupazioni legate al cambiamento climatico possano condizionare le scelte in ambito riproduttivo.
I ricercatori si sono basati su 13 studi, che hanno coinvolto 10.788 partecipanti, condotti tra il 2012 e il 2022, principalmente in Paesi del Nord del mondo come Stati Uniti, Canada, Nuova Zelanda e vari Paesi europei.
È emerso che le preoccupazioni per il cambiamento climatico erano spesso associate ad atteggiamenti meno positivi nei confronti della riproduzione e al desiderio o all'intenzione di avere meno figli o di non averne affatto.
Alla base di questo risultato c'erano quattro fattori chiave:
È interessante osservare come l'eco-ansia, ovvero quell'insieme di emozioni negative, dalla paura ai sensi di colpa, determinati dal vivere in piena emergenza climatica, possa influenzare le scelte delle persone rispetto alla loro vita riproduttiva in diversi modi.
Ormai da qualche tempo è infatti noto come la crisi climatica possa far nascere nei futuri – ipotetici – genitori preoccupazioni per il mondo in cui un ipotetico figlio potrebbe trovarsi a vivere. Ad esempio, un sondaggio del New York Times del 2018 a livello nazionale ha rilevato che il 33% degli americani senza figli di età compresa tra i 20 e i 45 anni ha citato la "preoccupazione per il cambiamento climatico" come motivo per non avere figli.
Ma questa non è l'unica motivazione legata alla crisi climatica che potrebbe far desistere dalla scelta di diventare genitori. La ricerca ha evidenziato infatti almeno altri tre fattori principali, tra cui la preoccupazione per l'impatto ecologico della riproduzione, ovvero il timore che avere figli potrebbe contribuire alla sovrappopolazione e al consumo eccessivo in un mondo con risorse già limitate.
In misura minore, due studi condotti in Zambia e in Etiopia hanno rilevato che i partecipanti desideravano avere meno figli per soddisfare le esigenze di sussistenza durante i periodi di calo della produttività agricola.
Infine, non fare figli potrebbe essere perfino una scelta di ribellione politica, una sorta di gesto di protesta finalizzato di rendere evidente la gravità dell'emergenza attuale e attirare l'attenzione sull'argomento, così da ottenere un cambiamento sistemico.
Fonte | University College London;