eco-ansia

Perché per i giovani l’eco-ansia è un problema reale? Lo psicologo: “È in gioco la loro stessa identità”

Di eco-ansia se ne parla sempre più spesso, ma non tutti sono pronti a riconoscerne l’esistenza. Tra questi anche il ministro dell’Ambiente Matteo Salvini ha recentemente liquidato il disagio raccontato da una ragazza durante il Giffoni Film Festival come un problema personale. Ma l’eco-ansia è un fenomeno generazionale che merita di essere approfondito. Lo abbiamo fatto con lo psicologo Giuseppe Lavenia: “Per i giovani la minaccia al futuro diventa una minaccia all’identità stessa”.
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Maria Teresa Gasbarrone 4 Agosto 2023
Intervista a Dott. Giuseppe Lavenia Psicoterapeuta e presidente dell'associazione nazionale Di.Te (Dipendenze tecnologiche e cyberbullismo)

Tra eventi atmosferici straordinari, catastrofi ambientali e riscaldamento terrestre, l'impatto che il cambiamento climatico ha sulle nostre vite è ormai sotto gli occhi di tutti.

Tuttavia, c'è un aspetto meno visibile, che ancora molti fanno fatica ad accettare e riconoscere, perché meno concreto, ma non per questo meno dannoso. Stiamo parlando dell'eco-ansia, ovvero la paura o l'ansia cronica legata al destino ambientale del pianeta.

A soffrirne sono soprattutto i più giovani, sebbene anche gli adulti non ne siano immuni. Negli ultimi giorni si è tornato a parlare di eco-ansia, dopo quanto avvenuto durante un evento del Giffoni Film Festival, quando il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin si è commosso alle parole di Giorgia, una ragazza che si è rivolta direttamente al ministro e in lacrime ha raccontato la sua paura per il futuro: "Soffro di ecoansia e ho paura perché a volte penso di non avere un futuro. Non so se voglio avere figli", ha detto Giorgia, domandando poi al ministro se anche lui non avesse lo stesso timore per i suoi figli.

Ne abbiamo parlato con il dottor Giuseppe Lavenia, psicoterapeuta e presidente dell'associazione nazionale Di.Te (Dipendenze tecnologiche e cyberbullismo), esperto in salute mentale dei giovani.

Perché non riconosciamo l'eco-ansia?

Lo scambio di battute tra la ragazza e il ministro dell'Ambiente ha riacceso il dibattito sull'eco-ansia. "Ho visto quella ragazza che ha detto che non vuole avere figli perché ha l'ansia – ha detto il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini – Io spero che i giovani vogliano ancora avere figli, perché scommettere sui bambini è la cosa più bella che ci possa essere".

Ma non si può ridurre la questione, per quanto importante anch'essa, al tema della denatalità. Negare che il benessere mentale dei più giovani sia compromesso non è infatti più possibile.

Hanno fatto molto discutere anche le parole del professor Paolo Crepet, psichiatra, sociologo, saggista e scrittore di romanzi a sfondo psicanalitico, che ha definito l'eco-ansia come un fenomeno indotto dagli adulti (e le loro paure) nei giovani: "Il punto è che siamo noi a essere ansiosi per loro e allora li carichiamo di ansie che non avrebbero o che avrebbero in senso fisiologico", ha detto lo psichiatra ad Agi.

Dal punto di vista di Crepet, l'ansia dei giovani, oltre a essere fisiologica, ha anche un suo scopo: "Mi spiego e mi ripeto: tutte le generazioni hanno avuto le loro ansie. Certo che c’è l’ansia per il futuro, è ovvio che ci sia. Non riesco nemmeno a capire come si possa vivere in maniera differente senza preoccupazioni".

Tuttavia, "ridurre l'ansia ecologica a una semplice suggestione esterna – ha detto Lavenia – è un errore che svilisce la profondità dell'esperienza umana. I giovani, nel loro slancio emotivo e critico, vivono con autenticità questo sentimento, radicato nella consapevolezza del mondo che gli circonda. Parlarne come di un fenomeno indotto rischia di delegittimare l'importanza e l'autonomia del loro vissuto".

"Non è solo paura del futuro"

È vero che, come ha detto Crepet, ogni generazione ha avuto le sue angosce, ma l'eco-ansia può essere considerata una delle tante paure giovanili?

"Le generazioni passate hanno certamente vissuto ansie e paure identificative, ma quello che stiamo vivendo oggi con l'eco-ansia è qualcosa di inedito. Si tratta – spiega Lavenia – di un sintomo di un malessere profondo che attraversa l'intera società, un segnale che qualcosa nel nostro rapporto con la natura si è incrinato. Non è solo una questione generazionale, ma una crisi dell'essere umano nella sua interezza".

Perché gli adulti non capiscono l'eco-ansia?

Abbiamo riportato le parole del ministro Matteo Salvini, ma non è l'unico a mostrare resistenze quando si parla di eco-ansia. Su questo tema si sta infatti delineando un nuovo conflitto generazionale, come se – a parte le dovute eccezioni – questa paura fosse tipicamente giovanile e gli adulti facessero difficoltà a riconoscerne l'esistenza. Un approccio che però spesso produce nei giovani la sensazione di non venir riconosciuti nel loro dolore.

"La paura per la fine del pianeta – spiega Lavenia – sembra toccare in modo più incisivo i giovani proprio perché essi sono l'incarnazione del futuro. La catastrofe ecologica incide sulla loro immaginazione di ciò che sarà, generando un'ansia profonda. Gli adulti, nel loro rapporto più consolidato con il presente, possono essere meno permeabili a queste paure".

Non si tratta solo di ambientalismo, l'eco-ansia tocca corde più profonde, che riguardano la stessa costruzione del proprio io: "L'età e il percorso di vita giocano un ruolo nel modo in cui queste ipotesi vengono recepite, e per i giovani, la minaccia al futuro diventa una minaccia all'identità stessa."