
Come si fa e a cosa serve un innesto? L’innesto non è altro che l’unione di due piante della stessa specie, e viene fatto per dare vita a una pianta più forte e rigogliosa. In questo video a spiegarcelo è Antonio, 78 anni, contadino appassionato che in pochi passi ci spiega come compiere questa operazione per far moltiplicare una pianta. Da notare che viene sempre fatto su una pianta selvatica perché quest’ultima difficilmente si ammala e l'innesto, come vedremo, inizialmente è come una ferita aperta.
Operazione con cui si fa crescere sopra una pianta (detta portainnesto o soggetto) una parte di un altro vegetale della stessa specie o di specie differenti (detto nesto o oggetto), al fine di formare un nuovo tipo di pianta, o più pregiato o più produttivo o più giovane.
Esistono 8 tipi diversi di innesto, vediamo insieme quali sono e cosa cambia da una tipologia all'altra.
Alberi di albicocco, pesco, susino e ciliegio (innestati a fine estate, fra agosto a settembre). Alberi di melo e pero si innestano quando il clima è freddo, quindi tra la fine di febbraio e marzo.
L' innesto si può eseguire da febbraio ad aprile: di solito non richiede legature né mastice . I rametti del portainnesto e del nesto si tagliano allo stesso modo obliquamente ed è bene che la lunghezza del taglio sia pari a circa una volta e mezzo il diametro della marza.
Nel video Antonio si adopera per la preparazione di un vitigno, pertanto il suo obiettivo è quello di mettere un tipo di uva a vinificare. L’operazione principale è quella di posizionare correttamente il nesto (il ramoscello di una pianta), nel porta innesto, ottenuto facendo con uno specifico coltello un taglio (spacco) nel ramo di un’altra pianta messa a dimora.
Per questa operazione è necessario procurarsi della rafia che servirà per stringere il portainnesto; una sorta di piccola piccozza utile per allargare l’innesto; infine, una resina indicata per gli innesti per l’operazione di impeciatura, resina che si può acquistare presso qualsiasi ferramenta. L’impeciatura è fondamentale perché l’innesto è paragonabile a una ferita aperta e bisogna assicurarsi che non venga attaccato da germi che possano infettarlo.
Dopo qualche settimana, dai nodi della pianta innestata potrebbero comparire i primi germogli. A quel punto significherebbe che l’operazione di innesto è andata a buon fine!
(Pubblicato da Gaia Cortese 25.05.2022;
Modificato da Mattia Giangaspero il 27.10.2023)