Come si misura l’inquinamento acustico e quali sono i valori limite?

La misurazione dell’inquinamento acustico avviene con uno strumento detto fonometro che, attraverso un microfono adeguatamente calibrato, registra le variazioni di pressione sonora e le converte in un segnale elettrico. Ogni territorio, in base alla propria densità abitativa e all’utilizzo (commerciale residenziale o industriale), è stato classificato dal punto di vista acustico mentre il Dpcm del 1997 ha individuato i valori limite propri di ogni zona entro cui devono restare sia le emissioni di una singola fonte sonora sia l’immissione di tutte le fonti presenti nell’ambiente esterno.
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Kevin Ben Alì Zinati 5 Maggio 2020

Accanto a quello atmosferico, è l’inquinamento acustico che ogni giorno minaccia gravemente la tua salute. Pensa che secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente nel 2018 il rumore ambientale contribuiva a 48mila nuovi casi di cardiopatie ischemiche all’anno e a 12mila decessi prematuri. Ma come si misurano i livelli di inquinamento acustico? Il Ministero dell’ambiente ha individuato i livelli entro cui il rumore può considerarsi accettabile.

Le misurazioni

Il volume, conosciuto anche come pressione sonora, si misura in decibel. L’orecchio umano può rilevare suoni compresi tra 0 dB e 140 dB: nel range tra 120 e 140 sono compresi i suoni più pericolosi per la nostra salute.

I rilevamenti del rumore sono effettuati in corrispondenza degli spazi utilizzati da persone e comunità e avvengono attraverso uno strumento chiamato fonometro che registra le variazioni di pressione sonora per poi convertirle in un segnale elettrico.

I valori

Nella normativa che ti abbiamo spiegato qui vengono individuati dei cosiddetti “valori limite” che guidano i rilevamenti del rumore:

  • valore limite di emissione: indica il rumore massimo che una singola sorgente sonora può emettere, misurato in corrispondenza degli spazi utilizzati dalle persone.
  • valore limite assoluto di immissione: è il valore massimo di rumore che tutte le sorgenti presenti possono immettere nell’ambiente
  • valore limite differenziale di immissione: è la differenza tra il livello di rumore prodotto da tutte le sorgenti esistenti e il rumore residuo, misurato quando la sorgente disturbante viene esclusa e riguarda gli ambienti interni.

I livelli di rumore, divisi tra diurni e notturni, variano a seconda di come è stato classificato un territorio dal punto di vista acustico:

  • nelle aree particolarmente protette come scuole, ospedali e parchi pubblici, i limiti oscillano tra 45 e 35dB per le emissioni e tra 50 e 40dB per le immissioni
  • nelle aree residenziali i valori sono compresi rispettivamente tra 50-40dB e 55-4 dB;
  • nelle aree di tipo misto dove vi sono attività commerciali ma non industriali i limiti sono tra 55-45dB e 60-50dB;
  • le aree di intensa attività umana fissano i limiti acustici tra 60-50dB e 65-55dB per le immissioni;
  • le aree prevalentemente industriali hanno i limiti tra 65-55dB per le emissioni e 70 (sia di giorno che di notte) per le immissioni;
  • le aree esclusivamente industriali hanno come limiti di emissioni 65dB (diurno e notturno) e 70dB per le immissioni.

Fonti | AEA; Gazzetta Ufficiale