Come spiegare il problema plastica ai bambini, dai giocattoli alla raccolta differenziata

Sin da quando siamo piccolissimi, viviamo letteralmente circondati da oggetti di plastica. Per questa ragione, è scontato che per un bambino la presenza di questo materiale nella sua vita sia scontata. Come spiegare, quindi, a un cittadino del futuro che invece la stessa plastica di cui sono fatti tutti i suoi giocattoli, le sue scarpe e gli oggetti che usa a scuola è invece uno dei principali nemici del Pianeta in cui vive?
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Sara Del Dot 11 Maggio 2019

Ormai è considerata il nemico numero uno del Pianeta. Eppure, se ci pensi, con la plastica ci abbiamo a che fare sin da quando siamo piccolissimi. Basti pensare al biberon, al ciuccio, ai giocattoli per neonati, moltissimi degli oggetti che circondano la vita dei bambini sono realizzati in plastica. Perché è un materiale igienico, facilmente lavabile, sterilizzabile e utilizzabile in vari ambiti. Dall’abbigliamento, all’igiene, all’alimentazione, al gioco, all’apprendimento.

Per questo motivo è molto probabile che i tuoi bambini non siano in grado di rendersi conto da soli del fatto che la plastica, in realtà, stia danneggiando l’ambiente in modo irreparabile e potrebbe cambiare radicalmente il mondo in cui oggi vivono. Di conseguenza è importante che imparino al più presto come gestire questo materiale, soprattutto perché saranno loro, in futuro, ad abitare il Pianeta e a prendersene cura, probabilmente anche dovendo riparare ai danni che la tua generazione ha provocato. Anche perché a scuola, a parte alcuni casi isolati, non si tratta di un tema affrontato molto spesso.

Come spiegare quindi ai cittadini del futuro che il materiale di cui sono fatte le loro scarpe, le penne, i lego, i giocattoli, i piatti e i bicchieri delle loro feste di compleanno e ancora le bottiglie di Fanta e Coca Cola va acquistato il meno possibile e, una volta utilizzato, va riciclato oppure differenziato?

Di certo, la cosa più immediata di cui un bambino può rendersi conto parlando della plastica come materiale predominante della sua vita è, sicuramente, la quantità. Come fosse un gioco, aiutalo a individuare quanti oggetti di plastica sono presenti nella sua cameretta. Naturalmente si stuferà dopo un minuto, ma sicuramente avrà capito che, semplicemente facendoci caso per qualche secondo, vive letteralmente circondato da questo materiale.

Con i bambini, poi, è l’immagine il mezzo più efficace per spiegare un concetto. E no, non ti sto consigliando di sottoporre tuo figlio a una serie di diapositive su cui si susseguono immagini apocalittiche. Puoi infatti limitarti a raccontargli, anche con l’uso di fotografie molto belle del National Geografic o prese da Internet, cosa succede alle piante e agli animali che si imbattono nella plastica abbandonata, in particolare negli oceani, o raccontare dell’esistenza di un’isola di plastica. In questo modo per lui sarà molto più facile rendersi conto che ciò che vede tra le mura di casa può facilmente finire dall’altra parte del mondo, in un posto dove proprio non dovrebbe stare.

Ancora, i numeri. Qualche dato semplice, che rimane impresso, come il numero di anni che i vari materiali impiegano a biodegradarsi. La solita frase, io me la ricordo ancora dal mio primo libro di scienze, “nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma” rende molto bene l’idea. Ogni cosa che lui getterà a terra non scomparirà nel nulla, ma andrà finire in qualche luogo del mondo contribuendo all’inquinamento. Sapere per quanto tempo vi resterà, potrebbe aiutarlo a desistere dall’abbandonare il rifiuto che sarebbe molto più comodo lasciare a terra.

Anche incentivare un bambino a porsi delle domande su ciò che lo circonda è molto importante. Quanto resterà quella cartaccia del gelato in mezzo alla strada? E una volta scomparsa, dove verrà portata? Che fine fanno i sacchi della spazzatura che l’omino con la divisa verde porta via ogni settimana sul camion dei rifiuti? E cosa significa che questo oggetto è fatto di materiale riciclato? Conoscere il percorso della plastica, a partire dalle mura di casa fino alla sua seconda vita o alla discarica, aiuterà tuo figlio a rendersi conto del fatto che ogni azione ha una conseguenza, e che quindi una buona azione può portare qualcosa di buono nel mondo. Ed sarà tutto merito suo.

Perché forse, la cosa più importante è far capire che per contribuire a migliorare il mondo è importante che ciascuno di noi faccia la nostra piccola parte. Che sia un adulto o “solo” un bambino, ogni persona può realizzare una buona azione ogni giorno che, se moltiplicata per tutti, potrà creare un Pianeta più pulito e più bello da vivere, per noi e per tutti gli altri.