Nel mese di marzo del 2023 il Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente (UNEP) ha presentato un nuovo rapporto sull'inquinamento legato all'utilizzo della plastica, in vista della seconda tranche di negoziati a Parigi per la realizzazione di un accordo globale sul tema. Questo materiale è in aumento dal 2005, l'Unione europea con la Plastic Tax sta provando a ridurre il consumo di plastica, ma in tutto il mondo attualmente sono circa 171mila miliardi i frammenti di plastica che finiscono in mare, secondo uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Plos One. Oltre a inquinare il suolo e il mare però, si stima che la plastica sia responsabile di circa il 3% delle emissioni globali di gas serra durante il suo ciclo di vita.
Un mese dopo, ad aprile, il grande annuncio dell'Onu: "Dal 2040 le grandi potenze governative mondiali puntano a non produrre più un nuovo inquinamento da plastica."
E adesso è arrivato il momento di parlare nel concreto di come procedere per far sì che ciò avvenga. Infatti sempre l'Onu ha presentato ufficialmente per la prima volta la prima bozza del nuovo trattato sulla plastica. Bozza che contiene varie opzioni di attuazione dello stop alla plastica. E non si parte benissimo, anche perchè una di queste opzioni riguarda il limite della produzione di plastica, ma senza che venga rispettato alcun obiettivo da parte dei governi.
Un'altra opzione invece riguarda l'azzeramento di tutti gli incentivi per la produzione della plastica, ma anche l'introduzione di nuove e salate tasse per i produttori.
Il progetto alla fine offre due opzioni per quanto riguarda l'obiettivo del trattato. Uno è quello di “proteggere la salute umana e l’ambiente dall’inquinamento da plastica”. L’opzione più radicale è “porre fine all’inquinamento da plastica”.
La bozza servirà comunque per intraprendere i primi negoziati di discussione del tema. Negoziati che partiranno sempre nel 2023, a novembre nella capitale del Kenya, Nairobi.
Attualmente le parti in gioco sono molto divise tra loro e sembra che non sarà semplice ottenere un accordo definitivo in tempi brevi. Da un lato c'è l’Unione Europea che sostiene gli obiettivi dell'Onu, dall'altro i principali produttori di petrolio e gas come gli Stati Uniti e l’Arabia Saudita restano in silenzio.
A commentare la prima bozza è stato il presidente del World Plastics Council Benny Mermans, il quale si è detto “preoccupato per l’assenza di opzioni per accelerare e scalare un’economia circolare per la plastica”.
Per il WWF la bozza zero è un “punto di svolta” per i negoziati, mentre Greenpeace sottolinea che è necessario fissare un target globale di almeno -75% di produzione di plastica entro il 2040 per restare in linea con gli 1,5 gradi.