Nell'immaginario collettivo, le piante carnivore sono tanto affascinanti quanto pericolose: sarà capitato anche a te di vedere un film o un cartone nei quali questi vegetali all'apparenza innocui finivano poi per divorarsi in un sol boccone prede anche di grandi dimensioni. Da lì, hai cominciato a domandarti se sarebbe stato mai possibile farne crescere una a casa, esattamente come accade per qualsiasi altra pianta.
Come puoi immaginare, le piante carnivore sono delle erbacee che si nutrono di insetti, intrappolandoli all’interno delle loro particolari foglie. Si nutrono, quindi, attraverso la digestione di proteine animali. Questo processo avviene tramite appositi fluidi digestivi ricchi di enzimi, provenienti o dalla pianta, oppure da batteri che sono all'interno dell'apparato digestivo. La loro digestione può essere equiparata a quella che avviene all'interno dell'apparato umano. Si ma, come fanno a nutrirsi? La maggior parte del lavoro iniziale lo fa il loro colore, così intenso da attirare l'attenzione di questi piccoli artropodi, che ci si poggiano dentro e rimangono appiccicati al loro interno. A seconda del tipo di pianta carnivora esiste un metodo di cattura.
devi sapere che di piante carnivore al mondo ne esistono circa 600 specie, suddivise in 7 famiglie e 15 generi, tutte accomunate dalla peculiarità che le rende famose: la cattura e la digestione di piccole forme di vita tramite sistemi di “caccia” ben definiti. Ma attenzione, gli unici animali di cui si nutrono sono gli insetti, quindi non aspettarti che ti liberi anche da topi e pipistrelli. Proprio per questa ragione si dovrebbe parlare, più correttamente di piante insettivore.
Proveniente dal Sud Africa, è la pianta carnivora più famosa e decisamente adatta alla coltivazione in casa.
Ha un sistema di caccia passivo, quindi resta immobile e quando gli insetti si posano sulle foglie attratti dai suoi affascinanti tentacoli rossi, rimangono incollati. Con calma, i peli che ricoprono i suoi steli avvolgeranno le prede, e lei provvederà a digerirli.
È un sempreverde che può raggiungere anche i 20 cm di altezza, e il suo tipo di cattura è passivo. Infatti, attira gli insetti tramite un nettare narcotizzante, per poi lasciarli cadere nell’imbuto formato dai suoi petali e dalle sue foglie in fondo al quale si trova un liquido in cui i batteri e gli enzimi cominceranno una lenta digestione.
È una pianta originaria delle foreste tropicali asiatiche ed è conosciuta per la sua bellezza e le particolari esigenze nella sua cura. Il tipo di cattura che utilizza è passivo, simile a quello della Sarracenia. Infatti, l’insetto viene attratto dal profumo del nettare emanato dalla pianta, e rimane intrappolato all’interno di una specie di ampolla caratterizzata da pareti lisce che impediscono la presa delle zampe. Una volta che la preda è caduta sul fondo pieno di liquido, la pianta secerne una sostanza in cui l’insetto annega in poco tempo, e viene successivamente digerito.
Una caratteristica principale di queste piante è sicuramente la loro capacità attrattiva, grazie a essa infatti le piante carnivore sono in grado di catturare le prede, peculiarità che è il risultato di un processo di adattamento ad habitat e ostili alla vita vegetale: paludi, torbiere, rocce, suoli molto acidi. Questi terreni hanno una disponibilità di nutrienti e di azoto molto scarsa. Vediamo però quali sono i diversi metodo di cattura che hanno.:
Se quindi hai deciso di portare a casa una bella piantina dentata, è importante che tu sappia che le piante carnivore non sono così semplici da curare, ciascuna ha le proprie esigenze e particolarità e il passo falso è dietro l’angolo. Ci sono infatti diversi aspetti da tenere costantemente sotto controllo come l’acqua con cui idratarle, la temperatura dell’ambiente in cui vengono messe, il livello di umidità, il tipo di terreno.