Da quanto tempo senti parlare di terre rare e automaticamente le associ a Paesi quali la Cina, la Norvegia, il Cile, ma mai all'Italia? E se ti dicessi che la nostra nazione è una delle poche ad avere grandi giacimenti di metalli rari sparsi sul territorio? Aspetta, ti aggiungo un'altra domanda. E se ti dicessi che, per il governo è arrivato il momento di mappare tutt'Italia e andare alla ricerca di queste terre rare? Sì, in questo momento l'Italia sta pensando di procedere con questo processo di transizione energetica e sostenibile. Allora cerchiamo di capire perché sono fondamentali per la tecnologia e sfatiamo la bufala del fatto che siano pericolose per l'ambiente.
Partiamo dal perché si chiamano terre rare. Il termine “terre rare” venne assegnato a questi speciali elementi chimici presenti nei minerali non per la loro scarsa presenza sul Pianeta, ma per via della loro difficile identificazione oltreché per la complessità del processo di estrazione e lavorazione del minerale puro.
Le Terre rare, anche definite con l’acronimo REE (Rare Earth Elements), sono 17 metalli presenti nella tavola periodica degli elementi chimici. Con precisione sono:
Hanno una proprietà magnetica e conduttiva e sono essenziali in molti settori produttivi, infatti permettono il funzionamento di oggetti che fanno parte della tua quotidianità come: lo smartphone, e gli hard disk dei computer.
Possono essere essenziali per costruire componenti di turbine eoliche, pannelli fotovoltaici, batterie di auto elettriche. In Liguria anche si trova il giacimento di Pianpaludo, il più grande di titanio in Europa, e uno dei più grandi del mondo.
Le terre rare sono presenti in grandi parti del mondo, ma i giacimenti più sfruttati o con il potenziale maggiore di estrazione si trovano in:
E di questo ne avevamo già parlato, soprattutto in merito al litio e alle batterie per le auto elettriche. Ohga aveva sentito il ricercatore e Geologo del Cnr Andrea Dini per capire l'impatto ambientale, soprattutto in merito all'Italia visto che il nostro Paese è ricco di questi giacimenti e può svolgere un ruolo strategico. Prima però facciamo un passo indietro.
La gente non sa più a chi credere quando si parla di mobilità sostenibile e di auto elettriche. Perchè il mondo, tutto d’un tratto ha deciso: “Sai che c’è, via il motore endotermico, passiamo all’elettrico”?
La risposta è alquanto banale: “Per una questione ambientale e di sostenibilità”. Ma niente da fare, non basta. Sono in molti a non credere, chiamando tutto questo ‘’una favola’’. Ci sono state anche discussioni al Parlamento Europeo con esponenti politici che hanno parlato di come "l’estrazione delle materie prime critiche che servono poi per costruire le batterie per le auto elettriche porta allo stesso grado di inquinamento che genera il motore endotermico."
Sfatiamo adesso la bufala del rischio per l'ambiente, riportando un estratto dell'intervista (qui puoi trovarla completa) al geologo del Cnr Dini.
Dottor Dini, qual è l'impatto ambientale nell'estrazione delle terre rare?
"L'attività che è legata all'estrazione del litio non ha un altissimo impatto ambientale."
Per esempio in Australia viene estratto dalle rocce, che sono piene di litio. Ci sono delle cave a cielo aperto e l'impatto in quel caso è paesaggistico. Dove c'era una collina, adesso c'è una cava. La roccia che presenta il litio però non presenta anche metalli pericolosi, tossici che possono essere dispersi nell'ambiente.
"L'altra zona di produzione del litio è nelle Ande e anche in Tibet e lì invece sfruttano dei laghi salati di alta quota dove il litio è stato sciolto dalle acque meteoriche. Lì anche l'impatto paesaggistico è importante, si trasforma comunque un ecosistema, ma non si inquina con metalli pericolosi."
Il discorso in Italia sarebbe ancora diverso. Non apriremo una cava di roccia, non ci sarebbero bacini di acque salate dove è presente il litio, ma si aprirebbero dei pozzi dove quel che vedresti è un tubo che esce fuori da un campo.
"Un tubo da cui viene estratto il fluido caldo e che poi entra direttamente in un impianto industriale. Si estrae il litio, si può estrarre il calore (per l'energia elettrica e per il teleriscaldamento). Il sistema che si potrebbe sviluppare in Italia sarebbe molto virtuoso e sostenibile e potrebbe portare tre effetti positivi."
Energia elettrica, energia per il teleriscaldamento e litio per le batterie elettriche per le auto. L'acqua che rimane alla fine di questo processo poi verrebbe reinniettata alla profondità da cui è stata estratta e quindi non rimarrebbe nulla dalla superficie.