Cos’è l’egagropila: la palla sostenibile che trovi sulle spiagge e che pulisce il mare

Che nome hai dato fino a ora alle palle di alghe che trovi in spiaggia? Esatto, proprio quelle di cui ti sei sempre chiesto a cosa servano. Sono sostenibili e puliscono il mare, ora ti spiego perché e come.
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Francesco Castagna 29 Maggio 2022

Non so se ci hai mai fatto caso, forse ti saltava all'occhio più quando eri piccolo, ma non è raro trovare sulla spiaggia delle fibre di alghe a forma di palla. Le vedi quando il mare si ritira, e magari ci avrai anche giocato perché effettivamente sono molto buffe.  Innanzitutto ti dico che si chiama egagropila, e si tratta di un agglomerato che finisce direttamente sulle spiagge.

Il colore marrone e la forma rotondeggiante la rendono un oggetto veramente curioso, che deriva da alghe marine come la lattuga di mare, o piante come la Posidonia, o anche della Zostera, un'altra pianta marina molto presente sui fondali lungo le nostre coste. Queste palle, anche dette palle di Nettuno, si formano dallo sfilacciamento del rizoma delle piante che poi, con il movimento di risacca delle onde, assume progressivamente una forma circolare.

Ma, cosa più importante, sapevi che questi oggetti sono una risorsa per i nostri fondali? Per tre motivi: sono sostenibili,sono capaci di ripulire il mare dalla plastica e ci segnalano che nei nostri mari è presente ancora la flora marina. Infatti, se le incontri mentre fai una passeggiata lungo la spiaggia, vuol dire che vicino alla riva sono presenti per esempio piante di Posidonia, ecosistemi fondamentali per la biodiversità. Se ne trovi tante invece non è un buon sintomo, perché vuol dire che la vegetazione subacquea sta morendo o non è sana. In ogni caso, a prescindere dallo stato di queste piante, le palle di egagropila possono essere utilizzate per diversi scopi perché sono ricche di cellulosa, che è molto utile a livello industriale e agricolo.

Per esempio:

  • come compost fertilizzante nei suoli agricoli
  • per la coltivazione di piante e fiori
  • come isolante
  • come carta ecologica

Uno studio dell'Università di Barcellona ha scoperto poi che le palle di egagropila di Posidonia sono in grado di catturare la plastica nei fondali, per la loro conformazione viscosa. Dallo studio si stima che solo nel mar Mediterraeno le egagropile sarebbero capaci di intrappolare circa 900 milioni di plastica. Funzionano come degli spazzini del mare, una qualità non da poco.

Insomma, noi buttiamo la plastica in mare, e la natura ce la riporta sulla terra. Tutto torna, no?