Non è un’alga, si chiama Posidonia Oceanica e non devi rimuoverla dalle spiagge: il ruolo della pianta diffusa nel Mar Mediterraneo

Spesso confusa per un’alga o sporcizia accumulata sulle spiagge, la Posidonia Oceanica è una pianta acquatica che svolge funzioni importantissime per l’ecosistema marino, ospitando nelle sue praterie sottomarine molte specie animali e vegetali, oltre a produrre ossigeno e preservare i litorali dall’erosione. La sua presenza, in realtà, è sinonimo di qualità e trasparenza dell’acqua, nonostante l’uomo ne minacci la conservazione con le sue attività.
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Alessandro Bai 2 Settembre 2021

Camminando durante l'estate per le spiagge di Sardegna, Sicilia, Calabria o altre località affacciate sul Mar Mediterraneo, potresti avere notato il bagnasciuga ricoperto da un'alga di colore scuro, sperando che venisse rimossa il prima possibile: si chiama Posidonia Oceanica e in realtà è una pianta acquatica, che per quanto possa risultare sgradevole alla vista è importantissima dal punto di vista ecologico, dato che gioca un ruolo cruciale per l'ecosistema marino.

La Posidonia, infatti, è utilissima per proteggere le coste e dà nutrimento a moltissimi organismi vegetali e animali. Inoltre, non devi farti ingannare dall'apparenza: potresti pensare che la presenza di questa pianta marina renda il mare sporco, devi sapere che in realtà indica una buona qualità delle acque costiere, contribuendo persino a renderle più trasparenti. Per evitare di commettere errori che, senza saperlo, possono danneggiare l'ambiente, vediamo nel dettaglio cos'è la Posidonia Oceanica, a cosa serve e come comportarti la prossima volta che ti imbatterai nelle sue foglie camminando in riva al mare.

Posidonia Oceanica

Cos'è

La Posidonia Oceanica è una pianta marina endemica del Mar Mediterraneo appartenente al genere delle Posidoniaceae. È possibile che tu l'abbia sentita chiamare anche poseidonia, un lapsus comprensibile dato che l'etimologia di questa parola rimanda al greco Poseidone, ovvero il famoso dio del mare. Per fugare un altro dubbio che potresti avere avuto, poi, ci tengo a sottolineare che la Posidonia non è un'alga ma una pianta acquatica: la differenza sta nel fatto che queste ultime sono dotate di radici, fusto, foglie, fiori e frutti, al contrario delle alghe che sono composte da tessuti più semplici e primitivi.

Solitamente la Posidonia Oceanica si può trovare sui fondali sabbiosi, fino a 40 metri di profondità, anche se le sue foglie possono staccarsi e arrivare fino in superficie, tanto che non è raro notarle mentre nuoti. Sul fondo del mare, questa pianta è in grado di formare praterie molto estese grazie alle sue foglie di colore verde, che però possono staccarsi e spostarsi a causa delle mareggiate verso la spiaggia, dove formano cumuli chiamati banquettes che possono raggiungere anche diversi metri di altezza. Questi ammassi, tuttavia, sono formate da foglie in decomposizione che, poiché bagnate, assumono un colore scuro, tendente al marrone, che porta molto spesso turisti e bagnanti a scambiare i resti di questa pianta per alghe e rifiuti da rimuovere, un errore da non fare vista l'importanza della Posidonia per l'ecosistema marino, della quale ti parlerò di seguito.

Un esempio di Posidonia Oceanica spiaggiata in Sardegna.

A cosa serve

Se la Posidonia Oceanica viene anche definita il polmone verde del Mediterraneo, un motivo ci sarà. Anzi, le ragioni in realtà sono molte, a partire dal fatto che le praterie di cui ti parlavo rappresentano veri e propri ecosistemi all'interno dei quali vivono, si nutrono e trovano protezione moltissime specie vegetali e animali, che arrivano anche a deporre le uova ritenendo queste colonie un luogo sicuro. È anche per questo motivo che l'Unione Europea considera questa pianta un habitat prioritario e fondamentale da proteggere, come stabilito dalla direttiva sugli habitat.

Essendo una pianta, la Posidonia produce ossigeno in grandi quantità, una funzione importantissima se consideri che questa pianta è distribuita in circa il 3% di tutto il Mar Mediterraneo, un'area che corrisponde più o meno a 38mila chilometri quadrati. Grazie alla sua presenza, questa specie vegetale aiuta inoltre a consolidare il fondale, evitando che la corrente trasporti una quantità eccessiva di sedimenti, facendo aumentare la trasparenza dei mari in cui si trova, motivo per cui dovresti essere contento di vederla.

Devi sapere però che anche la Posidonia Oceanica spiaggiata, quella che forma quelle banquettes non molto belle da vedere, ha una grande utilità, dato che contribuisce a proteggere le spiagge dall'erosione che normalmente sarebbe provocata dal vento e dalle maree.

Le praterie sottomarine di Posidonia Oceanica rappresentano un ecosistema che fornisce nutrimento e protezione per molti animali e specie vegetali.

Cosa fare

La prima cosa da sapere, è che non devi assolutamente rimuovere la Posidonia Oceanica dalle spiagge in cui potresti trovarla, per tutti i motivi che ho appena elencato e perché eliminandola finiresti per togliere anche della sabbia che rimane incastrata tra le foglie. Purtroppo, l'arrivo dei turisti durante la bella stagione fa sì che molti litorali vengano ripuliti per migliorarne l'apparenza, motivo per cui il Ministero dell'Ambiente ha pubblicato una circolare che spiega come gestire al meglio la Posidonia spiaggiata, proponendo più opzioni:

  • Non toccare le banquettes e mantenerle dove si formano, dato che proteggono la spiaggia dall'erosione
  • Spostare i cumuli di Posidonia in altri punti, oppure in altre spiagge poco accessibili ai bagnanti o molto esposte all'erosione
  • Rimozione e trasferimento in discarica, l'ultima soluzione possibile se le altre vie non sono percorribili

Per fortuna, l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) sta cercando di sensibilizzare sempre più persone su questo tema, collocando dei cartelloni in molte spiagge italiane per spiegare il ruolo ecologico della Posidonia Oceanica e delle sue banquettes, per fare in modo che la gente possa iniziare a rivalutare questa pianta, non considerandola sporcizia ma un prezioso alleato dell'ambiente.

In ogni caso, l'attività dell'uomo minaccia la conservazione della Posidonia anche in diversi altri modi: l'inquinamento danneggia le praterie sottomarine attraverso il rilascio di sostanze chimiche, provenienti ad esempio dagli scarichi delle barche, dalle quali spesso e volentieri vengono gettate le ancore che sradicano moltissime piante, creando ferite che impiegano moltissimi anni a rimarginarsi e influiscono sull'intero ecosistema. Danni simili sono poi causati dalla pesca a strascico, vietata sopra le colonie di Posidonia ma a volte ugualmente praticata.