Dubai, la causa delle forti piogge e inondazioni non è il Cloud Seeding, ma il riscaldamento dei mari: la scoperta

Dubai e l’alluvione di Aprile, la causa è la semina delle nuvole? A causare le piogge è stata la mano dell’uomo? Cos’è il cloud Seeding? Sono queste le 3 domande che più circolano in rete in merito a questo evento atmosferico estremo che si è presentato negli Emirati Arabi. Per fortuna abbiamo la risposta a tutte e tre le domande. Vediamo qual è la verità su questa vicenda.
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Mattia Giangaspero 26 Aprile 2024

Inizio subito con il farti vedere un'immagine. Si tratta di un grafico di uno studio pubblicato su Nature nel 2017. 

Credit: Nature

Ora te lo spiego. Come fascia temporale si prende in considerazione il periodo 1940-2015, mentre la stessa mappa ripresentata nel corso di quegli anni rappresenta l'area Arabica, quindi Arabia Saudita ed Emirati Arabi. Parliamo anche di Abu Dhabi e di Dubai. Le singole "chiazze" azzurre, gialle, arancioni e rosse invece rappresentano il calore presente nell'atmosfera. Ora ti chiederai, da cosa è dovuto il calore in atmosfera? La risposta: è maggiormente dovuto all'evaporazione del calore dei mari, degli oceani e più in grande dell'acqua. Come puoi notare questo calore diventa sempre più rosso nel corso degli anni e già nel 2015 ha ricoperto quasi in toto l'intera area Arabica.

Adesso mettiamo in stand-by sia il grafico, sia quanto detto sul calore e l'evaporazione dell'acqua. Nel mese di Aprile 2024, precisamente il 16 Aprile la città di Dubai è stata colpita da un violento alluvione che ha allagato interi quartieri, l'aeroporto, creando disagi ai residenti e turisti in visita di uno dei paesi più affascinanti (non per la natura, ma per la mano dell'uomo) del Pianeta. Subito il pensiero è andato al Cloud Seeding, ovvero alla semina artificiale, generata dall'uomo, delle nuvole. In pratica tutti hanno pensato che il governo degli Emirati Arabi abbia generato questa potente alluvione, all'insaputa di tutti. È questa la verità?

Ovviamente no e noi di Ohga ne avevamo già parlato, poco prima di quanto accaduto proprio a Dubai grazie anche all'intervento di uno dei massimi esperti italiani, Giulio Betti, climatologo del Cnr.

"Le inondazioni che abbiamo visto in questi mesi o in questi ultimi anni non sono legate al Cloud Seeding È assolutamente impossibile. Questo perché erano tutte legate al sistema a mesoscala, ovvero a sistemi molto complessi che hanno portato appunto alluvioni disastrose".

Questo era quanto spiegava il climatologo Betti, il quale aveva aggiunto che, invece, questo genere di temporali avvengano in una vasta area di oltre 10km di diametro. È questo il principale motivo per il quale non si può parlare di Cloud Seeding. 

Ora però riprendiamo in mano quel grafico e quella considerazione sul calore. Prima abbiamo spiegato che non si trattava di Cloud Seeding. Adesso spieghiamo di cosa si è trattato veramente.

Ci sono molti studi di diversi team di ricerca internazionali (puoi direttamente visionarli in fondo all'articolo) che dicono come le forti piogge di Dubai siano dovute proprio alla crisi climatica.

La colpa infatti è proprio tutta di quel calore che dagli oceani, mari e da tutte le acque è evaporato, salendo fino alla stratosfera. Più calore si presenta, più le tempeste e raffiche di vento saranno violente ed infatti è anche questo il motivo del perché la pioggia del 16 Aprile a Dubai sia stata così intensa. Il calore registrato dal 1949 al 2015 da Nature è sempre aumentato, costantemente e anche le piogge da quell'anno sono sempre state maggiori.

Infatti un'altra cosa che può sorprenditi, visto che si sta parlando di una delle aree più calde e desertiche del Pianeta è che a Dubai o in tutta l'Arabia queste piogge ci sono sempre state e sempre nel periodo che va da Febbraio ad Aprile. 

Sempre Betti in una precedente intervista a noi di Ohga aveva affermato che nel 1883, 1884, 1886 1912, nel 1949, nel 48, nel 63 si registrarono violenti temporali proprio in Arabia. Si tratta di anni in cui, possiamo dire, non si parlava tanto di crisi climatica e tanto meno di Cloud Seeding.

Quest'anno il temporale è stato estremo anche a causa di El Niño che dal 2023 ha scaldato l'intero Oceano Pacifico (non un laghetto), fino alle sue profondità, di circa 2°C. Si è trattato del 3° El Niño più forte di sempre, dopo quello del 97-98 e del 2015-2016.

Ricordati quindi di non parlare più di Cloud Seeding in questi casi, perché le tempeste più forti, su larga scala, sono una conseguenza chiave del riscaldamento globale causato dall’uomo. Quando l’atmosfera diventa più calda, può trattenere più umidità, che alla fine può raggiungere la terra sotto forma di pioggia o neve.

Fonte| Science Direct ; 6° Rapporto IPCC ; Advances in Statistical Climatology, Meteorology and Oceanography ; Uaerep ; Mdpi