Non è vero che il fotovoltaico sottrae terreno all’agricoltura: smentiamo le dichiarazioni del Ministro Lollobrigida sul consumo di suolo

Il governo italiano sembra fare retromarcia sul fotovoltaico da installare nelle aree idonee, già individuate nel 2023. Il ministro Lollobrigida ha presentato una bozza di DL in cui è prevista una norma che ferma i pannelli solari nelle aree agricole per il rischio di produzione. Vediamo come invece questo rischio non esista. Quale dovrebbe essere la soluzione?
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Mattia Giangaspero 6 Maggio 2024

"Lo stop ai panelli fotovoltaici installati nelle zone agricole è una norma di buon senso". Queste sono state le dichiarazioni del Ministro all'Agricoltura italiano Lollobrigida, dopo che nel corso del 2023, il suo collega e Ministro all'Ambiente, Pichetto Fratin aveva mappato e individuato le aree idonee per l'installazioni di nuovi panelli a energia solare.

Perché adesso questa brusca frenata da parte del governo? Il cortocircuito che si è creato è nato dal fatto che il pensiero collettivo sul tema da parte dei Ministri sia cambiato (forse anche a causa delle pressioni esterne della Coldiretti). L'obiettivo è non "deturpare" le aree agricole e lasciarle per l'esclusiva coltivazione di frutta, verdura e tutti gli altri tipi di ortaggi.

Niente però è ancora ufficiale. Lo stop è presente all'interno del DL Agricoltura, ma si tratta ancora di una bozza, anche se le dichiarazioni del Ministro Lollobrigida lasciano presagire che il governo andrà avanti in questa direzione.

Questa norma presente nel DL curato dal MASAF, ovvero dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste servirà per contrastare un'altra norma già vigente: la 387 del 2003. Questa, infatti, prevedeva di installare impianti di produzione di energia elettrica anche in zone classificate come agricole. Negli anni successivi si sono susseguiti anche altri decreti che rafforzavano il concetto di implementare l'uso del fotovoltaico a terra anche in aree agricole. Un esempio è il Decreto ministeriale del 10 settembre 2010 chiamato ‘‘Linee guida per l’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili".

Ora, però analizziamo quanto potrebbe cambiare con questa retromarcia dell'Italia sul tema, anzi meglio dire sul binomio "agricoltura-fotovoltaico". Veramente esiste un rischio per l'agricoltura? 

Legambiente

Secondo Legambiente, nel 2022 il consumo di suolo per nuovi impianti fotovoltaici a terra è stato di solo 243 ettari, pari allo 0,02% della superficie agricola nazionale. Mentre, gli ettari consumati ogni giorno per l’espansione urbana e le infrastrutture è pari a  320 ettari.  Quindi l'impatto dei pannelli solari sul suolo è minimo se confrontato con la cementificazione.

Questo non vuol dire che non esista un potenziale problema. Bisogna comunque normare o regolamentare il fenomeno, ponendo dei limiti al consumo di suolo agricolo da non superare. Più andremo avanti con le fonti rinnovabili, più pannelli serviranno e quindi potenzialmente tra molti anni il problema, che adesso non esiste, diventerebbe realtà.

Inoltre se questo DL Agricoltura dovesse diventare legge, l'Italia potrebbe perdere dei fondi del PNRR, circa 1.1 miliardi di euro che sarebbero serviti come incentivo all'installazione di nuove fonti rinnovabili sul territorio.

Attualmente, come ribadito prima, le dichiarazioni del Ministro Lollobrigida non trovano suolo dove attecchire. E questo anche perché l'Italia potrebbe procedere tranquillamente con l'agrivoltaico in tutte quelle aree che si pensa possano essere a rischio produzione agricola. Basta, semplicemente attuare un cambio di programma nei progetti, trasformando il semplice fotovoltaico, in agrivoltaico. 

Le opere bloccate –Legambiente

Un altro dato di Legambiente analizza il consumo complessivo del solare (non nuovo) già installato in Italia. In Italia, su quasi 12,8 milioni di ettari disponibili, la percentuale di terreni agricoli occupati dai pannelli è solo dello 0,13%, ovvero circa 16mila ettari. Un numero esiguo, se si considera che ogni giorno in Italia vengono cementificati circa 32 ettari di suolo, per un totale di oltre 11mila ettari all'anno.

La vera minaccia alla disponibilità di terreni agricoli è la cementificazione. Strade, centri commerciali, nuove zone residenziali: la crescita urbana e le infrastrutture divorano suolo fertile a un ritmo preoccupante. Un fenomeno che ha conseguenze ben più gravi rispetto all'installazione di pannelli solari.

Per fare un paragone: la superficie occupata dai pannelli solari in Italia è pari a circa 200 campi da calcio; mentre quella cementificata, ogni anno, equivale a circa 1.500 campi da calcio.

Fonte | Legambiente