
Ancora una volta la tecnologia può essere cruciale per cambiare la rotta nella ricerca sugli effetti della crisi climatica e questa volta sarà cruciale per studiare quali sono e quali saranno i cambiamenti geologici e idrologici che avverranno nel circolo polare Artico.
È partito infatti "PRA EcoClimate" un progetto tutto italiano che servirà per studiare in profondità i livelli idrici dei ghiacciai e dei bacini delle Svalbard. In gergo tecnico si chiama studio biometrico e questo sarà reso possibile dall'utilizzo di un drone "idrografico". Si tratta di una prima volta, in questo campo, per questo drone progettato dall'azienda Seafloor System Inc.
Grazie alle sue caratteristiche particolari, il drone sarà in grado di misurare le profondità acquatiche, studiare la morfologia dei fondali marini e sviluppare una rappresentazione volumetrica in 2d e 3d dei fondali delle Svalbard.
Come detto precedentemente il progetto è italiano e nello specifico è coordinato dal Gruppo di Ecologia trofica del dipartimento di Biologia ambientale della Sapienza Università di Roma in collaborazione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto di Ricerca Sulle Acque (CNR-IRSA, sede di Roma) e l’Istituto di Scienze Polari (CNR-ISP, sedi di Messina e Roma).
Sempre grazie all'utilizzo del drone idrografico si potranno ottenere alcuni dati relativi ai volumi d'acqua presenti in profondità. Si potranno calcolare i tempi di ricambio dei laghi artici, comprendendo ovviamente quali saranno le evoluzioni che avverranno nel corso degli anni a causa delle condizioni ambientali di tutta l'area soggetta allo studio.
"L’obiettivo di PRA EcoClimate è comprendere come i cambiamenti climatici potranno influenzare la struttura e il funzionamento di questi delicati ecosistemi, considerati hotspot di biodiversità e sink di carbonio alle più elevate latitudini".
Per questo motivo dopo aver ottenuto tutte le informazioni che il drone fornirà, i coordinatori della ricerca incroceranno gli stessi dati idrografici con quelli ecologici.
"Questo servirà per ricostruire le reti trofiche, dati microbiologici per lo studio del metabolismo biologico dei laghi, immagini satellitari e misure radiometriche di campo per lo studio della dinamica di neve e vegetazione."
David Rossi (CNR-IRSA), responsabile della sperimentazione, spiega che
"Il drone idrografico utilizzato è stato progettato e adattato proprio per questo scopo. Piccolo, leggero e facilmente trasportabile, ci ha permesso di raggiungere laghi ai piedi dei ghiacciai mai mappati prima. I risultati ottenuti e i calcoli volumetrici dei laghi verranno, poi, correlati con i dati ecologici, per ottenere informazioni uniche su questi delicati ecosistemi acquatici".