Da dove prende l’acqua per i mondiali il Qatar?

I mondiali di calcio che si stanno svolgendo in Qatar richiedono grandi quantità d’acqua, in un Paese che è quasi completamente ricoperto dal deserto. Ma da dove arriva?
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Beatrice Barra 29 Novembre 2022

In questo momento il Qatar sta ospitando i mondiali di calcio e circa 1,5 milioni di tifosi provenienti da tutto il mondo. Ma l'acqua per fare bere queste persone, irrigare i campi e far funzionare strutture e ristoranti, da dove arriva?

Milioni di litri d'acqua in un Paese coperto dal deserto

Devi sapere che quando il mondiale è stato assegnato al Qatar, il Paese aveva solo uno stadio. Oggi ce ne sono otto da circa 400mila posti totali. Secondo le stime di un reportage condotto da The Guardian, il Qatar avrà bisogno di almeno 10 mila litri d’acqua al giorno per ognuno dei suoi stadi.

E sapendo che di stadi ce ne sono otto, è evidente che questo rappresenta un problema non da poco per un Paese quasi completamente coperto dal deserto, dove praticamente non esistono fonti di acqua dolce.

Un mondiale "carbon neutral", è davvero così?

Il mondiale in Qatar è stato presentato come uno dei più sostenibili di sempre. Si è parlato di “carbon neutral” (a zero emissioni), come recita la sezione sostenibilità sul sito della competizione. Tuttavia, non tutti sanno che il Qatar è tra i paesi che più fanno uso della desalinizzazione dell’acqua. Si tratta di quel processo che ricava acqua dolce dal mare, attraverso appunto la sua desalinizzazione.

Impianto di desalinizzazione dell’acqua

I Paesi della penisola araba – da soli – sono responsabili del 43% delle attività di desalinizzazione su scala globale. Un numero gigantesco per un’area così circoscritta.

L'impatto ambientale della desalinizzazione dell'acqua

La desalinizzazione dell'acqua è una tecnologia ancora in fase di sviluppo. È stata usata anche in Italia, per far fronte ai periodi di siccità che colpiscono sempre più frequentemente il nostro Paese.

Impianto di desalinizzazione dell’acqua

Il problema però è che, ad oggi, questa soluzione ha un grandissimo impatto ambientale, sia in termini di emissioni di CO2 che di interferenza con l’ecosistema marino. Per ogni litro di acqua “depurata” si producono circa 1,5 litri di salamoia di scarto che vengono re-immessi nel mare aumentando notevolmente la salinità dell’acqua e rendendola potenzialmente dannosa per la sopravvivenza di flora e fauna marina.

Aree verdi ad hoc per mitigare il clima

L’acqua desalinizzata viene usata per irrigare 144 campi di calcio (8 stadi più 136 campi d’allenamento), oltre alle aree verdi appositamente costruite nei pressi degli impianti. Sì perché, come si legge nello stesso report ufficiale, per mitigare il clima desertico del Qatar le aree circostanti gli stadi sono state arricchite di nuova vegetazione locale (con semi importati però dagli Stati Uniti).

In totale sono stati creati più di 850 mila metri quadrati di nuovi spazi verdi, con 16 mila nuovi alberi disseminati per creare un ambiente climatico favorevole allo svolgimento del torneo. A questo si aggiungono i sistemi di raffreddamento degli stadi.

Sistema di raffreddamento degli stadi in Qatar

Ogni stadio è dotato infatti di enormi bocchettoni ai lati del campo, della grandezza circa di un pallone, che sparano delle forti ventate di aria fredda in grado di controllare la temperatura percepita dai giocatori. A rinfrescare gli spettatori, invece, ci pensano dei bocchetti più piccoli collocati sotto i sedili. Così facendo la temperatura non supera mai i 20 gradi, come una specie di oasi artificiale nel deserto.

L'espansione forzata del Qatar negli ultimi venti anni

Devi ricordare che i mondiali di calcio rappresentano solo una parte rispetto al totale di tutte le attività cittadine. Il Qatar, infatti, negli ultimi 20 anni ha spinto forzatamente sull’espansione urbana, tra alberghi extra-lusso, campi da golf e fontane in stile Las Vegas (che, ovviamente, richiedono tantissima acqua).

Le ultime statistiche ci dicono che in Qatar si consumano 500 litri di acqua al giorno pro-capite, circa il 50% in più rispetto alla media globale (il doppio rispetto all’Italia). E qui c’è la grande contraddizione: il Qatar è un paese che spinge forte su attività che richiedono acqua in una zona del mondo che acqua non ce l’ha.

Perché "carbon neutral" non è credibile

Tenendo conto di tutte le cose che ci siamo appena detti, Carbon Market Watch ha calcolato che il reale impatto ambientale del mondiale in Qatar si aggirerebbe intorno ai 3,6 milioni di tonnellate di CO2. Cosa che rende l’affermazione “carbon neutral” decisamente non credibile.

D’altronde, organizzare una competizione sportiva internazionale di questa portata nel bel mezzo del deserto e pensare di non impattare sull’ambiente è un po’ come soffrire di un miraggio.