Da fungo a ecopelle: la nuova frontiera della pelletteria passa dal micelio

In passato nessuno l’avrebbe mai detto, ma il fungo potrebbe rappresentare il produttore principale del materiale sostenibile del futuro. Dalla sua lavorazione, infatti, è possibile estrarre una fibra che in futuro potrà essere usata in modo diffuso per sostituire la pelle animale utilizzata per la realizzazione di abiti, borse e scarpe.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Sara Del Dot 14 Settembre 2020

Il fungo è una creatura strana. In grado di riprodursi continuamente, grazie alle sue proprietà molto particolari sta iniziando a essere impiegato come materia prima per creare prodotti sostenibili che possano sostituire alcune filiere decisamente impattanti dal punto di vista ambientale. Ti avevamo già parlato del materiale proveniente proprio dal micelio, impiegato in diversi settori, sostenibile e biodegradabile. Le vie dei funghi, soprattutto in un momento in cui non si arresta la ricerca all’alternativa sostenibile, sono infinite.

Questo materiale naturale, ora, sta iniziando a essere impiegato anche nella realizzazione di ecopelli, per entrare a gamba tesa nelle Maison di moda, tante di esse già molto attive nella ricerca di sostituti ecosostenibili che consentano di lasciare alle spalle inquinamento e maltrattamento degli animali.

Così, sono diversi i laboratori già al lavoro per cercare di realizzare ecopelli di qualità, dal momento che i prodotti di pelletteria continuano a essere molto richiesti in tutto il mondo. Solo nel 2018 il mercato della pelletteria ha valso 48 miliardi di dollari.

Ma come si utilizza il fungo per realizzare abiti, borse e scarpe? Il materiale di riferimento si chiama micelio. Si tratta della parte vegetativa del fungo, che se lasciato a se stesso produce il frutto del fungo ma se esposto a determinate temperature e a un certo grado di umidità produce invece delle fibre. Se lavorate, queste fibre possono diventare un materiale simile alla pelle, battezzato da un’azienda statunitense Reishi, che pare essere addirittura più resistente e duraturo della pelle vera. Il Reishi potrebbe diventare una vera e propria nuova materia prima in grado di sostituire quella che al momento di produce attraverso pratiche che impongo sofferenza e inquinamento per i processi di trattamento.

Le aziende già in corsa per utilizzare il micelio come prodotto sono diverse, dalle americane MycoWorks e Bolt Threads, fino all’italiana Grado Zero Experience, di Montelupo Fiorentino, che da anni usa un materiale, sempre derivante dal fungo, chiamato MuSkin.