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Dal 1 maggio i condizionatori non possono scendere sotto i 25 gradi: le regole negli uffici pubblici e le multe previste

Un emendamento al Decreto bollette approvato dal Senato stabilisce che dal primo maggio fino al 31 marzo 2023 la temperatura negli uffici pubblici non dovrà scendere sotto i 27 gradi in estate e superare i 19 gradi in inverno, con un margine di tolleranza di due gradi. Lo scopo dei limiti all’uso di condizionatori e termosifoni è quello di diminuire il gas utilizzato e ridurre così la dipendenza energetica dalla Russia.
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Alessandro Bai 22 Aprile 2022

Vietato esagerare con l'utilizzo dei condizionatori, almeno negli uffici pubblici: dal primo maggio 2022 entreranno in vigore restrizioni e multe per chi farà scendere la temperature degli ambienti al di sotto dei limiti prefissati. È quanto stabilito da un emendamento al Decreto bollette, approvato definitivamente dal Senato, che ha introdotto nuove misure con l'obiettivo di fare fronte al caro energia e risparmiare 4 miliardi di metri cubi di gas solo nel 2022.

Le nuove regole sui condizionatori rimarranno valide fino al 31 marzo 2023, ma la stretta riguarderà anche i termosifoni durante il prossimo autunno e in inverno, quando negli edifici pubblici, scuole comprese, anche con il riscaldamento la temperatura non potrà salire oltre i 19 gradi.

Condizionatori: qual è la temperatura minima dal 1 maggio 2022

Un emendamento del Movimento 5 Stelle al Decreto bollette, che ha ricevuto il via libera definitivo dal Senato, introduce nuove regole valide dal 1 maggio 2022 mirate a ridurre l'uso di condizionatori e termosifoni negli uffici pubblici, nelle scuole e nelle sedi degli enti locali, prevedendo sanzioni per chi non le rispetta. Per quanto riguarda l'aria condizionata, la temperatura non dovrà mai essere inferiore a 27 gradi, con un margine di tolleranza di 2 gradi che fisserebbe il limite quindi a 25 gradi.

Per il momento, queste misure necessarie per garantire all'Italia un risparmio nei consumi di gas ed elettricità non si dovranno applicare alle case private, agli ospedali, le case di cura e le cliniche.

Multe e controlli

In caso di violazione dei limiti di temperatura stabiliti dal Decreto bollette scattano multe che vanno dai 500 euro ai 3mila euro, ma rimane da chiarire un'incognita importante. Non si sa ancora, infatti, chi dovrà effettuare i controlli negli uffici della pubblica amministrazione, un'operazione sicuramente complicata visto il numero di sedi nelle quali andrebbero fatti gli accertamenti.

È questo stesso nodo, inoltre, a frenare l'ipotesi di estendere le stesse regole anche alle abitazioni dei privati.

Le regole per i termosifoni

Il Decreto bollette non pone delle restrizioni soltanto sull'uso dei condizionatori, dato che le nuove regole sul risparmio energetico rimarranno in vigore fino al 31 marzo 2023 e riguarderanno quindi anche i riscaldamenti durante l'inverno.

In questo caso, per non incorrere in sanzioni quando si utilizzano i termosifoni le temperature degli ambienti non potranno superare i 19 gradi, sempre con un margine di tolleranza di 2 gradi, che permetterà al massimo di arrivare a 21 gradi.