
Di sostanze perfluoroalchiliche (Pfas) ne avevamo già parlato diverso tempo fa, nel momento in cui l’Unione Europea aveva preso la decisione di vagliare un programma per eliminare gradualmente queste sostanze nocive per la salute dell'organismo.
Le Pfas sono sostanze chimiche prodotte dall’uomo, impiegate per rendere una serie di prodotti resistenti all’acqua e ai grassi, pertanto non è difficile trovarle in oggetti di suo quotidiano come gli imballaggi alimentari, pentole e padelle antiaderenti, tessuti, tappeti e capi di abbigliamento.
Recentemente è stata portata a termine un’inchiesta giornalistica senza precedenti, il Forever Pollution Project che ha individuato ben 17mila siti contaminati da Pfas in tutta Europa, tra cui 2.100 hotspot, ossia luoghi in cui la contaminazione dovuta a queste sostanze può considerarsi altamente pericolosa per la salute dell’uomo. Le Pfas, infatti, possono provocare diverse patologie, tra cui malattie alla tiroide, problemi di infertilità, danni al fegato e alcuni tipi di tumore.
Le emissioni di PFAS non sono ancora regolamentate nell’Unione europea, e solo pochi Stati membri hanno adottato dei limiti, tuttavia, grazie al lavoro di diciassette partner europei (Le Monde, Süddeutsche Zeitung, NDR, WDR, The Investigative Desk, NRC, RADAR Magazine, Le Scienze, Datadista, Knack, Deník Referendum, Politiken, Yle, Reporters United, Latvijas Radio, SRF Schweizer Radio und Fernsehen, Watershed e The Guardian) è stato possibile disegnare una chiara ed esaustiva mappa in grado di mostrare le aree più contaminate da Pfas in Europa.
Non solo. Il Forever Pollution Project ha anche portato allo scoperto un vasto processo di lobbying, reo di aver trascurato la stretta sui Pfas proclamata dall’Unione Europea nell'ottobre del 2020; più di un centinaio di associazioni, aziende e gruppi legali hanno cercato di influenzare la Commissione Europea e gli stati membri per indebolire il divieto Pfas, facendo così i propri interessi e trascurando gli effetti nocivi che hanno queste sostanze sulla salute.