
Non era mai accaduto prima d'ora che due navi cisterna contenti petrolio attraversassero l'Artico senza il doppio scafo di sicurezza, ma cos'è questo doppio scafo di sicurezza?
Gli scafi doppi costituiscono una misura di sicurezza più estesa rispetto agli "scafi doppio fondo", per esempio, in quanto oltre gli scafi sul fondo della nave presentano anche quelli sui lati. Se nell'eventualità dovessero esserci delle collisioni, il doppio scafo è in grado di prevenire le inondazioni del compartimento interessato.
Le due navi in questione sono partite dalla Russia e hanno ottenuto il via libera per poter svolgere la rotta del mare verso i porti della Cina orientale, passando propio dall'Artico. La rotta si chiama ‘Northern sea route‘ e si attraversano in pratica le coste settentrionali della Russia e lo stretto di Bering, il quale poi porta ai mercati asiatici direttamente. Si tratta di un percorso di quasi 5.600 chilometri ma che rispetto ad altre tratte commerciali via mare porta dei vantaggi per la questione tempo. I giorni di navigazione son meno.
I rischi ambientali in questione, però, sono e possono essere tanti e preoccupano non poco. Da un lato l'approvazione che ha avuto la Russia a far partire le sue due navi cisterna è un grave precedente che potrebbe condizionare anche eventuali prossimi viaggi verso la Cina, di qualsiasi altro Paese. E poi viaggiare attraversando l'Artico, per interesse economico, in questo modo è molto pericoloso, in quanto le acqua da attraversare presentano correnti e movimenti dei ghiacci totalmente imprevedibili.
La scelta di trasportare petrolio con navi non "ice", ovvero senza il doppio scafo di sicurezza, è una scelta azzardata perchè oltre al rischio di una fuoriuscita di petrolio a causa di una collisione con un iceberg, il problema maggiore è anche l'azione di pulizia delle acque potenzialmente inquinate. Come detto prima si tratta di un'area difficile da percorrere e navigare e lo sarebbe anche per coloro che dovrebbero restringere il danno e ripulire le acque dal petrolio.
Nello specifico si tratta delle petroliere Leonid Loza e Ns Bravo, in attività rispettivamente da dodici e tredici anni. Queste hanno lasciato il porto della città russa di Murmansk con un carico di circa un milione di barili di greggio ciascuna, dirette verso la Cina orientale.
Tale rotta,Rosatom, l’agenzia russa che regolamenta la Northern sea route, ha addirittura annunciato di volerla rendere navigabile per tutto l’anno, complice anche lo scioglimento dei ghiacci che ne facilita la navigazione.
“Con le sanzioni occidentali sul greggio, è chiaro che le consegne sono meno frequenti in Occidente e più costose quando devono passare per il canale di Suez e arrivare in Cina — dice Hervé Baudu, professore di educazione marittima presso l’École nationale supérieure maritime, l’Accademia nazionale marittima francese. Non sorprende quindi che le compagnie vogliano esportare il loro petrolio attraverso l’Nsr”.
Secondo i calcoli interni di Rosatom, tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno potrebbero viaggiare sulla rotta del mare del nord fino a 500mila tonnellate di greggio dirette in Asia.