“Dipendenza dal gas russo? Imparare la lezione, liberarci dalle fonti fossili”. Video-intervista al ricercatore del Cnr Nicola Armaroli

Il conflitto scoppiato tra Russia e Ucraina avrà un forte impatto sull’Italia. La nostra transizione alle fonti di energia rinnovabile è ancora lontana: nelle prossime settimane potremmo dunque subire duramente gli effetti della nostra dipendenza dal gas russo. Ne abbiamo parlato in una video-intervista con Nicola Armaroli, chimico, dirigente di ricerca del Cnr e membro del gruppo scientifico “Energia per l’Italia”.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Michele Mastandrea 24 Febbraio 2022
Intervista al Prof. Nicola Armaroli Chimico, dirigente di ricerca del Cnr e membro del gruppo scientifico “Energia per l’Italia”

Starai seguendo, come tutti, le novità che arrivano dall’Ucraina, sotto attacco in queste ore da parte della Russia. La crisi politica tra i due Paesi, molto probabilmente, vorrà dire anche una pesante crisi energetica per l’Italia e per tutta Europa. Una crisi in cui siamo del resto già dentro, se pensi alle bollette carissime che forse ti sono già state spedite in queste settimane. Ma che potrebbe ancora peggiorare nei prossimi mesi. Il motivo è la nostra eccessiva dipendenza dal gas russo, e in generale da fonti fossili costose e inquinanti.

Di questi temi abbiamo parlato con Nicola Armaroli, chimico, dirigente di ricerca del Cnr e membro di Energia per l’Italia, gruppo scientifico che si occupa di politica energetica. Poche settimane fa, prima dell’inizio del conflitto, Energia per l’Italia aveva pubblicato una lettera aperta al governo. Nella lettera si chiedeva di abbandonare la via del gas, puntando tutto sullo sviluppo di energia da fonti rinnovabili.

Solo pochi giorni dopo, però, il governo stesso ha approvato il Pitesai: un provvedimento che prevede nuove operazioni di ricerca e estrazione di gas. “E’ un intervento tampone, e poco utile. Abbiamo riserve stimate per un anno di consumi, cosa ce ne facciamo?”, si chiede Armaroli, per cui “non risolveremo mai il problema in questo modo”. Serve dunque cambiare prospettiva, staccandoci da legami che rischiano di strozzarci. “Dobbiamo imparare la lezione. Non possiamo svegliarci ogni due, tre, cinque anni scoprendo di essere dipendenti da qualcuno”, afferma deciso il dirigente di ricerca del Cnr. “Finché non ci libereremo dalle fonti fossili, questi problemi saranno una condanna che ci infliggiamo da soli”, prosegue Armaroli.

Per il chimico è il momento di puntare sulla transizione energetica, anche partendo dai mini-impianti a energia solare che tu stesso puoi senza troppi sforzi installare a casa tua, o sul tetto del tuo condominio. Serve poi che il governo entri seriamente in gioco, sviluppando pienamente settori come quello della mobilità elettrica. Nei trasporti, e in particolare in quelli su strada, avviene il 90% dei nostri attuali consumi di petrolio. Altra fonte fossile costosa e inquinantissima. Infine, per Armaroli, anche i cittadinidevono avere senso di responsabilità”, a partire dall’appoggio progetti come quelli relativi all’eolico offshore. Questi, infatti, nella maggior parte dei casi, "non hanno alcun impatto visivo e un limitato impatto sui mari. Serve svilupparli ancora di più per mettere fine alla nostra dipendenza del Putin di turno”.