
Si tratta della azienda OceanGate la quale permette di fare questo tour con il suo sottomarino "Titan". Permette a "poche persone" di visitare il relitto del Titanic. Può sembrare un sogno, una favola, ma in questo caso rischia di diventare una vera e propria tragedia e per tanti aspetti.
Da lunedì 19 giugno 2023 il sottomarino in questione, lungo 6.7 metri, ha fatto perdere le sue tracce nell'oceano Atlantico, a largo del continente americano. A bordo erano presenti 5 persone. È subito scattato l'allarme ed è partita la ricerca.
Quant'è costato il tour? Diciamolo giusto come nota di colore, anche se non deve interessare. 250 mila dollari a persona per 8 giorni di immersioni. Attualmente non si sa se il sottomarino sia arrivato al relitto e anche in che stato sia. Quel che è certo è la profondità a cui si trova il Titanic: 3.800 metri. Precisamente anche a 700 Km a Est dell'isola canadese di Terranova.
Sappiamo tutti che il mare e in generale l'Oceano non sono luoghi silenziosi. Ci sono segnali sonori e di onde di ogni genere e sono fondamentali per molte specie marine. In acqua, poi, il suono si propaga più velocemente rispetto all’aria. Inoltre, a differenza di quello che accade per la luce, la profondità non è un ostacolo.
In questo contesto, gli organismi marini si sono evoluti per miliardi di anni, plasmati dalle caratteristiche dell’ambiente circostante, che ha reso l’udito e le comunicazioni sonore elementi centrali per la vita sociale, la riproduzione, la ricerca di cibo e diverse altre funzioni vitali.
Il problema è che per molti anni noi abbiamo visto e pensato che il mare fosse un ambiente silenzioso e quindi, di conseguenze, abbiamo sottovalutato quanto possa essere impattante l'inquinamento acustico provocato da navi, barche e sottomarini.
L’avvento dei suoni artificiali in mare, quelli prodotti dai motori delle imbarcazioni, dai sonar, dai lavori di scavo di piattaforme offshore, dalla ricerca di risorse e da qualsiasi altra attività antropica, ha sconvolto il panorama sonoro sottomarino, non senza conseguenze per gli organismi.
È stato dimostrato che pesci come la Corvina, un pesce osseo diffuso nel Mediterraneo che può formare anche grossi gruppi, risentano della presenza di rumori forti. Il disturbo prodotto dai motori delle imbarcazioni può influenzare la vita di questi animali, limitandone gli spostamenti verticali (si allontanano dalla fonte del rumore andando in profondità) e innescando comportamenti che solitamente si vedono in presenza di predatori.
Lo stesso accade per altri pesci come i tonni, ma anche per numerose specie di mammiferi marini, per i quali il rumore subacqueo di origine antropica è una delle principali minacce.
Questo tipo di inquinamento potrebbe avere un ruolo non secondario anche nei sempre più frequenti episodi di capodogli e altri cetacei spiaggiati.
Nei delfini è stato osservato che un’alta densità di traffico navale induce cambiamenti nel comportamento.
La velocità media degli spostamenti è più alta e gli animali si muovono in continuazione, a discapito delle soste, utili per alimentare la loro complessa socialità.
Inoltre la presenza di fonti di forte rumore, come i motori delle navi, costringe gli animali ad aumentare il volume e cambiare le frequenze dei loro vocalizzi. Un effetto simile a quello che proviamo quando cerchiamo di parlare con qualcun altro durante un concerto. In diverse specie di tartarughe marine, l’inquinamento sonoro e quello luminoso possono creare seri problemi durante la nidificazione.