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Dopo l’alluvione, in Emilia Romagna la terra è diventata dura come la pietra

Mano a mano che passano i giorni diventa sempre più evidente il danno che l’alluvione ha inferto all’agricoltura dell’Emilia Romagna che da zona fertile ora deve affrontare anche il problema dell’indurimento del fango.
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Roberto Russo 30 Maggio 2023

Lo spettacolo è desolante: i terreni allagati dell'Emilia Romagna sono diventati duri come il cemento. Quella che era nota per essere una delle zone più fertili d'Italia e d'Europa ha subito ingenti danni non solo sulla produzione agricola, ma anche sulle strutture a essa collegata.

I dati forniti da un primo monitoraggio della Coldiretti sugli effetti delle piogge sono allarmanti: “L’alluvione ha invaso i campi con la perdita di almeno 400 milioni di chili di grano nei terreni allagati dell’Emilia Romagna, dove si ottiene circa 1/3 del grano tenero nazionale, in un contesto internazionale particolarmente difficile”.

L'analisi di Coldiretti

L'esondazione ha, di fatto, sommerso i frutteti, facendo sorgere la necessità di espiantare quasi 15 milioni di piante (che poi dovranno essere piantati di nuovo) tra pesche, nettarine, kiwi, albicocche, pere, susine, mele, cachi e ciliegi. “Consistente anche la produzione di mais, orzo, girasole, soia, erba medica – continua Coldiretti – e molto rilevante dal punto di vista economico sono le colture da seme per cereali, bietole, girasole, erba medica ed ortaggi con migliaia di ettari coltivati completamente coperti dal fango”.

Non parliamo, poi, della situazione degli animali. La realtà è tetra per “i 250mila bovini, maiali, pecore e capre allevati nelle stalle della Romagna alluvionata dove si contano anche circa 400 allevamenti avicoli, tra polli, galline da uova e tacchini”. Sarebbero migliaia gli animali morti.

Il fango che diventa cemento

Maria Chiara Gadda, vicepresidente della Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati, ha visitato le campagne fra Ravenna e Forlì e il suo resoconto è preciso e sconfortante. “Tra i più danneggiati gli agricoltori, quelli che grazie alla loro tempra e capacità hanno contribuito nei secoli a cambiare in meglio il paesaggio della Romagna. Diventata, da area paludosa, una delle terre più fertili d’Europa”.

La melma, ora diventata dura quasi come il cemento – conclude la deputata – ha sommerso per giorni le campagne. Chi non è stato colpito, a breve avrà bisogno di acqua per irrigare i campi. E si deve immaginare quanto questo sia complesso in un’area dove le acque chiare si sono fuse con liquami e carburanti. In collina c’è paura, è cambiata addirittura la morfologia del terreno”.