Perché in Emilia Romagna saranno estirpati 10 milioni di alberi da frutto

Danni ai frutteti, agli ortaggi, all’allevamento e alle aziende, questo è il bilancio emerso dai bilanci sulle perdite di Confagricoltura e di Coldiretti. “La fruit Valley italiana è a rischio” denunciano le organizzazioni.
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Francesco Castagna 22 Maggio 2023

La Romagna perderà una quantità notevole di alberi da frutto, 10 milioni per la precisione, a causa del marciume radicale. Il bilancio per l'agricoltura della Regione, ma anche per l'Italia intera, è drammatico. A dirlo è Confagricoltura Emilia-Romagna, che in un comunicato ha reso noto il bilancio dei danni alle coltivazioni dopo due settimane di piogge, grandine e inondazioni.

Le zone più colpite sono nel Bolognese, tra Imola, Conselice e Massa Lombarda; nel Faentino; nel Ferrarese, dove il torrente Idice è esondato e ha causato "l’allagamento di un migliaio di ettari ad Argenta e Campotto con perdite del 100%", e infine nel Forlivese su una superficie coltivata di circa 20 ettari.

Così, secondo le stime dell'associazione, gli agricoltori avrebbero perso fino a seimila euro di danni per ettaro con danni a colture come grano, orzo, mais, soia, girasole, erba medica, colture orticole e sementiere. Assai più alti invece sono i danni ai frutteti, vigneti e oliveti, che ammontano a 32 mila euro per ettaro.

"È completamente compromessa la produzione 2023 di grano, nella delicata fase della spigatura, ma anche quella dell’orzo: colture che non possono essere riseminate in questo periodo dell’anno", spiega l'organizzazione romagnola di Confagricoltura. E ancora non sono stati calcolati tutti i danni provocati dalle frane in montagna e in collina, ma già si prevede che nei Comuni colpiti dai dissesti le stime dei danni ammontino a centinaia di migliaia di euro ad azienda.

È per questo che Marcello Bonvicini, presidente di Confagricoltura ER, auspica un decreto legge speciale per dare pieno sostegno alla popolazione e alle imprese, appoggiando la linea del Presidente di Regione Stefano Bonaccini. Chiede strumenti innovativi in grado di garantire alle imprese reddito e raccolto. Negli stessi giorni in cui l'organizzazione si dice soddisfatta per l’accordo sul prezzo del pomodoro fra produttori e industriali, Bonvicini spiega come il quadro meteorologico e le temperature in picchiata abbiano inevitabilmente fatto slittare la stagione verso l'autunno.

Lo stato delle cose è stato confermato anche da Coldiretti, che segnala come secondo il monitoraggio della federazione siano finite sott’acqua oltre 5mila aziende agricole "con serre, vivai e stalle dove si contano animali affogati e decine di migliaia di ettari allagati di vigne, kiwi, susine, pere, mele, ortaggi e cereali e strutture di lavorazione dei prodotti agricoli".

L'acqua ha colpito duramente gli ortaggi e i frutteti, che rappresentano il settore più colpito a causa dell'acqua che defluendo lentamente soffoca le radici degli alberi fino a marcirle. La federazione sottolinea il fatto che questi non sono danni temporanei, risolvibili nell'arco di un anno, ma al contrario le piantagioni potrebbero impiegare anni prima di tornare produttive. Il rischio è una crisi dell'intera filiera che vale nella regione 1,2 miliardi di euro.

Coldiretti è sulla linea d'onda di Confagricoltura e ritiene necessario quindi un Decreto Legge Speciale del Governo che preveda uno stanziamento di risorse per affrontare e rivolvere i danni subiti. Gli strumenti di intervento ordinari infatti non sono sufficienti a garantire il salvataggio o la continuità delle filiere agricole, come precisa Marco Olivieri, Direttore di Coldiretti Emilia Romagna.

Non solo danni alle coltivazioni e ai terreni, ma anche macchinari inutilizzabili perché ricoperti di fango, trattori danneggiati e allevamenti decimati. Una situazione che se paragonata a quella delle alluvioni avvenute in passato è insolita e molto più intensa. Secondo Marina Baldi, climatologa dell'Istituto per la BioEconomia del Consiglio Nazionale delle Ricerche, la causa sarebbe da ricercare in un ciclone imprigionato che ha creato una situazione di stallo "poiché ci sono due aree di forte pressione su Nord Atlantico ed Europa Orientale, che tengono il ciclone bloccato sopra il Centro Italia". Per la climatologa del Cnr quindi il ciclone starebbe risucchiando aria molto umida proveniente dalle zone tropicali.

Crediti foto copertina: Di Nick.mon – Opera propria, CC BY-SA 4.0