Dopo settimane di proteste i manifestanti olandesi hanno ottenuto una prima vittoria per l’ambiente

Era dal 2 settembre che migliaia di cittadini olandesi si erano uniti alla protesta sollevata dal movimento ambientalista degli Extincion Rebellion contro il governo olandese reo di portare avanti una politica di finanziamenti pubblici a favore delle fonti fossili. Ora, finalmente, la questione è arrivata nella Camera bassa del Parlamento, dove è stata appena approvata una mozione che potrebbe rivelarsi una vittoria per i manifestanti.
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Maria Teresa Gasbarrone 20 Ottobre 2023

Chi la dura la vince, o almeno ottiene qualcosa. A dire il vero, per la sezione olandese degli Extion Rebellion e le migliaia di manifestanti che da oltre un mese hanno bloccato l'A12– l'autostrada che collega L'Aia alla Germania -, quello che hanno appena ottenuto non è soltanto "qualcosa", ma una "grande vittoria".

In strada dal 2 settembre per chiedere al governo di eliminare i sussidi pubblici alle aziende di fonti fossili, dopo settimane i manifestanti festeggiano finalmente un primo risultato: la maggioranza del Parlamento ha infatti approvato un'inchiesta sugli scenari possibili per eliminare progressivamente i finanziamenti pubblici alle compagnie petrolifere e minerarie nazionali.

Al momento, stando a quanto rivelato da un rapporto pubblicato dal Centro per la ricerca sulle società multinazionali, il governo olandese destinerebbe al settore delle fonti fossili finanziamenti per oltre 30 miliardi di euro l'anno.

Cosa hanno ottenuto i manifestanti olandesi

La maggioranza parlamentare ha infatti appena approvato una mozione presentata dalla deputata dei verdi (GroenLinks) Suzanne Kröger e il deputato del partito di centro (D66) Raoul Boucke in cui si chiede al governo uscente di di "elaborare scenari per la graduale eliminazione dei vari sussidi alle fonti fossili (a due, cinque e sette anni)" e di condividerli con la Camera bassa prima della pausa natalizia.

A votare a favore della mozione non sono stati solo i partiti più a sinistra e quindi più fisiologicamente vicini alle tematiche della sostenibilità e del clima, ma anche CDA (Appello Cristiano Democratico), partito di orientamento cristiano, e VVD (Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia), di stampo liberale conservatore.

Proprio per la scarsa affinità della tematica rispetto al suo orientamento di base, entrambi i partiti – riportano fonti locali tra cui RTL Nieuws – hanno ritenuto necessario motivare il proprio voto.

"Se questa indagine – ha detto il deputato del CDA Derk Boswijk – ci darà maggiore chiarezza sui flussi finanziari che ostacolano la transizione energetica, o se ci sono aziende che favoriamo, non la fermerò. Non sono dogmatico su questo".

Nonostante il voto a favore, Silvio Erkens (VVD) ha chiarito che il suo partito non si sente a favore di una brusca eliminazione dei sussidi, per l'aumento che questo avrebbe sulla "bolletta energetica delle famiglie" e sull'industria del Paese.

Extinction Rebellion esulta:  "Una grande vittoria"

Sebbene si tratti "soltanto" di un'indagine di tipo esplorativo e nei fatti non sia cambiato nulla, Extinction Rebellion non ha nascosto la propria soddisfazione. "È sicuramente una grande vittoria", ha detto il portavoce di Extinction Rebellion Hester op de Laak.

Quindi non aver mollato e aver insistito con gli blocchi in autostrada sembra aver funzionato, almeno nell'aver ottenuto l'attenzione della politica e del governo. "Se si considera – ha detto ancora Laak – che quasi nessun olandese aveva idea dei 46,4 miliardi di euro destinati ai sussidi alle fonti fossili, abbiamo ottenuto un grande risultato. Abbiamo messo la questione all'ordine del giorno e ci siamo assicurati che diventasse parte del dibattito politico".