Esiste un Decreto Ministeriale con il quale dal 2017 si è incominciati a definire le varie classi ambientali di tutti gli apparecchi di riscaldamento domestico a biomassa legnosa, quindi di tutte le stufe a legna per esempio, ma anche di caldaie e camini. Il Dl è il n°186 e da circa 6 anni sono state inserite delle stelle (come se fossero dei gradi) che indicassero i livelli di emissioni. Più stelle ci sono su una singola stufa a legna meno sono le emissioni. Il numero di stelle è riportato sul Certificato Ambientale, un documento rilasciato dal produttore e obbligatorio per tutti i nuovi impianti.
Questa scelta è stata portata avanti a livello istituzionale perché se da un lato si tratta di una tipologia di riscaldamento poco costosa, dall'altro lato è anche una tipologia di riscaldamento molto inquinante. Infatti pensa che secondo Arpa Lombardia solo nella regione, il 39% delle emissioni di Pm10 deriva dall'utilizzo di camini a legna domestici.
E forse non lo sapevi, ma esistono cinque regioni del nord Italia in cui è vietato "utilizzare generatori di calore con classe di prestazione emissiva inferiore a 4 stelle", e sono: Lombardia, Veneto, Toscana, Emilia Romagna e Piemonte. Il divieto non vale esclusivamente per i camini e per le stufe, ma anche per le termostufe a legna e le stufe ad accumulo alimentare a biomassa legnosa. In caso di impianti già installati prima del 2017, però, l'utilizzo è consentito solo se la stufa o il camino è classificato almeno con tre stelle.
Precisamente, in Lombardia il divieto di installazione di stufe a legna è scattato a partire dal 2020, mentre in Veneto invece dal 2019 non è più possibile installare generatori di calore con “classe di prestazione emissiva inferiore a 4 stelle". In Emilia Romagna sarà vietato utilizzare le vecchie stufe a legna, dal 1 ottobre fino al 30 aprile ogni anno. In Toscana invece, nelle città in cui il livello di PM10 è elevato è fatto divieto di utilizzo dei generatori di calore alimentati a biomasse con classe di prestazione inferiore alle 3 stelle, mentre in Piemonte il divieto risale al 2019, su “generatori di calore alimentati a biomassa legnosa aventi una potenza nominale inferiore a 35 kW e classe di prestazione emissiva inferiore alla classe 4 stelle”.
La norma ministeriale del 2017 ha deliberato anche i vari controlli sulla corretta osservanza della legge. Sono demandati ai Comuni, tranne nei centri con meno di 40mila abitanti dove è compito dell'amministrazione provinciale di riferimento. L'inosservanza delle norme può portare a una multa da 500 a 5mila euro, come previsto dall'articolo 27, comma 4 della legge regionale 24/2006.
Un'alternativa potrebbe essere quella del camino ecologico, ovvero senza limitazioni legate alla canna fumaria. È una soluzione con cui non bisogna richiedere permessi o personale qualificato per installarli, inoltre possono stare a contatto con qualsiasi superficie.
Fonte | Decreto ministeriale 2017