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Dove si può ancora trovare la tigre del Bengala? Habitat e caratteristiche di un predatore ormai sull’orlo dell’estinzione

La Panthera tigris tigris è la sottospecie di tigre più grande dopo la tigre siberiana, ma la sua popolazione è ormai ridotta a poche migliaia di esemplari, concentrate soprattutto nella regione di origine che si estende tra Bangladesh e India, nota come Bengala. Si tratta di un prodigioso cacciatore capace di mangiare anche più di 20 kg di carne al giorno, ma il bracconaggio e i conflitti con l’uomo ne mettono in pericolo la conservazione.
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Alessandro Bai 3 Ottobre 2021

Potresti anche non averla mai vista, ma la tigre del Bengala è un animale presente un po' nell'immaginario di ognuno di noi, anche solo per essere stata protagonista di film o documentari. Sono tanti i motivi che rendono famosa la Panthera tigris tigris, come recita il suo nome scientifico: innanzitutto, ti sto parlando della sottospecie di tigre che è più diffusa al mondo e che rientra tra le più grandi ancora esistenti, dato che per dimensioni sembra essere seconda soltanto alla tigre siberiana. Oltretutto, questo mammifero rappresenta l'animale nazionale del Bangladesh, uno dei Paesi toccati dalla regione del Bengala, uno dei luoghi originari di questo mammifero che si estende anche in India, motivo per cui potresti aver sentito parlare anche di tigre indiana.

Purtroppo, però, c'è il rischio che presto la tigre del Bengala diventi sono un lontano ricordo, da rievocare attraverso una foto o qualche programma televisivo: l'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) ha infatti inserito questo animale nella sua lista rossa delle specie minacciate, classificandolo "in pericolo", visto il drastico calo di popolazione a cui questa sottospecie di tigre è andata incontro negli ultimi anni. Dal bracconaggio alle pressioni dovute ad altre attività umane, sono diverse le minacce che hanno avvicinato la tigre del Bengala al rischio estinzione: prima di vederle nel dettaglio, provo a farti capire quali caratteristiche perderemmo con la scomparsa di questo straordinario animale.

Caratteristiche

Tra le sottospecie di tigre (Panthera tigris) presenti in natura, la tigre del Bengala (o tigre indiana) è considerata la seconda più grande dopo la tigre siberiana, anche se in alcuni casi sono stati trovati esemplari della prima di taglia maggiore rispetto a quest'ultima. In ogni caso, parliamo di dimensioni decisamente eccezionali, specialmente per gli esemplari maschi che possono arrivare a misurare dai 270 centimetri fino a più di 3 metri di lunghezza compresa la coda, con un'altezza che sfiora invece 1 metro. Il peso dell'animale è solitamente compreso tra 200 e 230 kg, con picchi che possono raggiungere i 260 kg.

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Una tigre del Bengala bianca, caratterizzata da una variazione cromatica che si verifica quando i genitori sono portatori di un particolare gene.

La sua grandezza potrebbe esserti utile per riconoscere questa sottospecie di tigre, dato che il suo mantello è piuttosto simile a quello degli altri animali della specie, ovvero dal colore arancione e con le classiche striature nere. In qualche occasione, però, potresti avere visto le immagini di una tigre del Bengala bianca: non è la normalità, ma può accadere che, se i genitori sono portatori del cosiddetto gene del mantello bianco, alcuni esemplari nascano con questa variazione cromatica, che prevede il corpo bianco e gli occhi azzurri, oltre alle strisce nere che però possono a volte anche non essere presenti.

Proprio come gli altri animali che appartengono alla famiglia dei felidi (Felidae), anche le tigri del Bengala sono dei grandi predatori, avvantaggiati dalle dimensioni che sono abbinate ad una velocità che può persino superare i 50 km/h. Aiutate dalla loro vista molto sviluppata, amano andare a caccia soprattutto durante la notte, spostandosi anche per diversi chilometri alla ricerca delle proprie prede, che vengono uccise con un balzo che schiaccia la vittima a terra, spezzandole la spina dorsale, oppure con l'uso dei canini, lunghi fino a 10 centimetri, che rendono letale il morso al collo sferrato dall'animale. La tigre del Bengala mangia una grande varietà di prede, che vanno da animali di taglia medio-piccola ad altri più grandi, tra i quali cervi, bufali, cinghiali, scimmie o capre, anche se non sono mancati casi di attacchi nei confronti di rinoceronti o elefanti di giovane età. Una volta procurato il cibo, le tigri possono consumare anche 20-30 kg di carne in un pasto, nascondendo poi gli avanzi per evitare che vengano "rubati", prima di terminare i resti, anche quelli già in stato di decomposizione.

Oltre che di molta pazienza, per avvistare una tigre del Bengala avresti bisogno di tanta fortuna: parliamo infatti di un animale piuttosto schivo e dal carattere solitario, oltre che territoriale, a tal punto da non gradire la condivisione del territorio con altre creature, anche se della sua stessa specie.

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La tigre del Bengala può vivere in una grande varietà di habitat.

Dove vive

L'habitat della tigre del Bengala è davvero molto vasto, dato che questi animali sono stati in grado di adattarsi e vivere in territori molto diversi tra loro, che vanno dalle praterie alle foreste pluviali, fino alle zone caratterizzate da climi più freddi come le foreste dell'Himalaya. È per questo che un tempo la specie era diffusa in molti Paesi, come India, Bhutan, Bangladesh, Birmania, Pakistan e Tibet; oggi, però, gli esemplari rimasti, poche migliaia in tutto, vivono soprattutto nella regione d'origine del Bengala, che si estende tra India e Bangladesh, con piccole popolazioni distribuite in alcune delle nazioni vicine.

Riproduzione

Femmine e maschi della tigre indiana raggiungono la maturità sessuale in momenti diversi della loro vita: le prime, infatti, iniziano a riprodursi dai 3-4 anni, mentre i secondi devono attendere solitamente i 4-5 anni. L'accoppiamento avviene più spesso in primavera, ma anche nei mesi precedenti, dando il via ad una gestazione di 15-16 settimane al termine della quale la femmina mette al mondo dai 2 ai 4 piccoli.

Il cucciolo di tigre del Bengala è allevato esclusivamente dalle madri, che vengono lasciate sole dai maschi, e per alcuni mesi dipende completamente da loro, fino allo svezzamento che giunge intorno ai 6 mesi e permette ai piccoli di iniziare a cacciare delle piccole prede. L'età adulta è raggiunta intorno ai 18 mesi, oltre i quali le tigri diventano autonome e iniziano a cercare il proprio territorio. In natura, la Panthera tigris tigris può vivere anche fino a 18-20 anni, mentre gli esemplari in cattività raggiungono anche i 26 anni.

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Il cucciolo di tigre del Bengala viene allevato unicamente dalla madre, che se ne occupa fino al raggiungimento dell’età adulta.

Perché rischia l'estinzione?

Non ti stupirà sapere che l'uomo rientra tra i motivi che rendono la tigre del Bengala a rischio estinzione, come evidenziato dallo stato "in pericolo" con cui viene classificata dalla lista rossa IUCN. La piaga del bracconaggio, infatti, è ancora una triste realtà e porta ancora oggi all'uccisione di alcuni esemplari (seppur pochi) ogni anno, con l'obiettivo di rivendere sul mercato nero la sua pelliccia o le sue ossa ad un prezzo stellare.

Un'altra grave minaccia alla conservazione della tigre indiana, inoltre, è rappresentata dalle attività che provocano la riduzione dell'habitat di questo mammifero, che di conseguenza tende sempre di più a invadere i territori abitati dalle comunità locali, con le quali entra in conflitto a causa degli attacchi al bestiame, che provocano le reazioni degli allevatori.

Per fortuna, non mancano gli sforzi per provare ad aumentare le possibilità di sopravvivenza della tigre indiana, che vanno da numerose aree protette create per la sua salvaguardia alla lotta ai bracconieri, che ha portato all'arresto di un cacciatore accusato di avere ucciso illegalmente almeno 70 tigri del Bengala.