Pfas in Veneto

Draghi dice che “Non ci sono alternative ai Pfas”, ma non è vero

Molti ricercatori li considerano la minaccia sanitaria e ambientale del nostro tempo, Draghi li definisce “indispensabili” davanti alla Commissione europea, parlando di competitività e futuro. Dove sta la verità?
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Beatrice Barra 20 Settembre 2024
Intervista a Giuseppe Ungherese Ricercatore e responsabile della Campagna Inquinamento di Greenpeace

L’Europa non dovrebbe mettere al bando le sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) perché al momento non esistono alternative per la produzione di energia pulita: è questa la sintesi di una parte del report sulla competitività dell’UE presentato qualche giorno fa da Mario Draghi davanti alla Commissione europea .

Dichiarazione che ha fatto discutere, specialmente alla luce delle battaglie portate avanti negli ultimi anni da molte associazioni che si battono per un divieto netto dei PFAS che garantisca alla cittadinanza l'accesso ad acqua e cibo sicuri.

Perché la dichiarazione di Draghi ha fatto discutere

Mario Draghi, ex Presidente del Consiglio dei ministri (prima Presidente della Banca centrale europea) davanti alla Commissione europea ha affermato che "Un possibile divieto imminente su una serie di sostanze PFAS avrebbe un impatto sull’uso di sostanze necessarie per produrre tecnologie pulite, per le quali attualmente non esistono alternative". 

Per rispondere a questa affermazione è necessario fare un piccolo ripasso. Con la sigla “PFAS” si fa riferimento a un gruppo  di migliaia di sostanze chimiche artificiali utilizzate in moltissimi settori industriali. Dalle padelle antiaderenti all'abbigliamento tecnico, per arrivare al liquido refrigerante del frigorifero. Sono chiamati anche forever chemicals, "inquinanti eterni", perché si accumulano nell’ambiente e nell’organismo umano.

Da qualche anno i ricercatori in diverse parti del mondo hanno iniziato a studiare gli effetti di queste sostanze (che sono oltre quattromila) sull'organismo umano e sull'ecosistema. Alcuni tipi di PFAS – come i PFOA o i PFOS – sono stati inseriti tra i cancerogeni certi, mentre di altri sono stati dimostrati effetti negativi sulla salute umana.

È principalmente per questo, probabilmente, che la dichiarazione di Draghi ha fatto storcere il naso a molti. Anche perché, stando alle rilevazioni fatte nell'ambito del progetto Forever Pollution Project, sono moltissimi i Paesi nel mondo contaminati da queste sostanze. In Italia si trova la zona con l'inquinamento da PFAS più grave di tutta Europa: in Veneto, nelle province di Vicenza, Verona e Padova.

Area contaminata da PFAS, Veneto

Nel 2017 è stata avviata dalla Regione Veneto una campagna di screening per verificare i livelli di PFOA nel sangue di bambini e ragazzi che ha rivelato una realtà preoccupante. Noi siamo andati lì qualche mese fa a farcela raccontare da chi l'ha vissuta in prima persona: le Mamme no Pfas,  un gruppo di mamme che hanno trovato livelli anche 300 volte superiori (rispetto a quelli considerati accettabili per la salute) di PFAS nel sangue dei loro figli.

Claudia Mazzasette, Mamme no Pfas

Perché? Perché l'acqua che bevevano e il suolo in cui coltivavano il cibo (che poi mangiavano) erano contaminati dai PFAS sversati nei corsi d'acqua in modo illecito dalle aziende del posto, e in particolare dall'azienda chimica Miteni di Trissino.

"Non ci sono alternative", è vero?

I PFAS oggi si trovano praticamente in qualsiasi settore industriale: trasporti, tessile, energia, e così via. Sostituirli è, senza dubbio, molto complicato e richiede investimenti corposi e mirati. Tuttavia, quello che Mario Draghi ha detto – "non ci sono alternative per la produzione di energia pulita"non è vero.

Il perché ce lo ha spiegato Giuseppe Ungherese, ricercatore di Greenpeace e responsabile della Campagna inquinamento, che dal 23 settembre attraverserò le regioni italiane per fare campionamenti di acqua potabile alla ricerca di PFAS nell'ambito della spedizione “Acque senza veleni”. Come ci ha detto Giuseppe, le alternative esistono e sono già moltissime le aziende che si stanno impegnando per essere PFAS-free, specialmente nel settore delle energie pulite citato da Draghi.

Giuseppe Ungherese, Responsabile Campagna Inquinamento Greenpeace

Molte realtà impegnate nella produzione di energie pulite hanno sottoscritto un manifesto che si chiama "No Pfas Corporate Movement", con il quale richiedono la messa al bando delle sostanze. Soprattutto perché, come dicevamo, le alternative esistono e sono sempre più diffuse.

Per esempio, nel dossier ECHA si trovano già delle alternative all’utilizzo di PFAS per il rivestimento delle turbine eoliche affinché siano più resistenti agli agenti atmosferici. Una tra queste è il poliuretano, un polimero estremamente versatile che permette di ottenere una vasta gamma di prodotti con proprietà isolanti.

Sono indicati diversi gruppi di sostanze che per caratteristiche e usi potrebbero sostituire i PFAS nei diversi settori industriali in cui sono impiegati oggi, evitando i danni alla salute come quelli che abbiamo visto e continuiamo a vedere.

Dobbiamo comprendere, dal singolo cittadino fino alle istituzioni europee, che il progresso deve andare di pari passo con la tutela dei diritti dei cittadini per cui è (o dovrebbe) essere pensato. Per troppo tempo abbiamo alimentato un sistema produttivo che si concentra sui guadagni, ignorando la salute delle persone. È tempo di invertire la rotta.